25.12.20

Toh, eccolo lì! Il bocchinaro! I BOCCHINI, c'hai presente? Ma certo che c'hai presente. Mortacci tua e de tutti quelli che te gravitano intorno. Ce la farò prima o poi?

Ah già, buon Natale. Rispetto al 25 dicembre di un anno fa sto comunque una merda, ma peggio. Chi l'avrebbe mai detto? E poi mi dicono tutti che sono un pessimista. Ma andatevene tutti a fanculo.

24.12.20

Ho sbagliato tutto.

E' inutile che mi si dica di no. Sento di aver sbagliato tutto e ne sto pagando le conseguenze. 

E quella cosa che è stata parte di me per così tanto tempo non si è rivelata che un tumore maligno scatenato, e questo non fa che peggiorare le cose. 

Sono in ginocchio, e non riesco ancora a rialzarmi. Vivo la sconfitta minuto per minuto.

Non ce la faccio più.

20.12.20

Dieci mesi.

Reset

20 ore...

18.12.20

Vorrei fumarmi 700 sigarette in un minuto.

Vorrei far passare 6 mesi mentali in una notte.

No perché se per caso qualcos'altro va storto, stavolta non credo di reggere.

14.12.20

 Adesso sento tutto il peso dell'impotenza.

Non c'è spazio nemmeno per la frustrazione. Un'impotenza così grande che schiaccia qualsiasi pensiero, emozione.

Non sono capace.

7.12.20

 E' automatico che oggi mi torni tutto in mente, più degli altri giorni.

Un giorno, tutto questo finirà.

15.11.20

Ecco.

Vomito. Vomito. Vomito.

Vomito.

Non ci posso neanche pensare, eppure ci penso per forza, è tragico di quanto ancora tutto questo faccia parte di me.

Mi sento male.

E' orribile. Orribile.

Non può essere successo. Non può continuare a succedere.

18.10.20

Lentamente, sto affilando.

Sembra, che io mi stia impegnando in cose nuove.

Ma in realtà sto affilando.

Molto lentamente.

Accuratamente.

8.10.20

C'era una volta...

La bellezza, una speranza, un sorriso, un abbraccio, un bacio sul collo...

C'era una volta.

27.9.20

Danni permanenti

 Fai un incidente, resti coinvolto in un'esplosione, cadi dalla finestra: puoi restare sfigurato, una lesione al midollo può renderti paralizzato a vita, puoi essere amputato di un arto.

Resti esposto a un evento enormemente doloroso: stessi risultati. Anche se non si vedono.

Che il danno psicologico venga sottovalutato è storia vecchia, ma è esattamente così che funziona. Incidente/trauma = danno. Eventi leggeri danno traumi leggeri. Eventi importanti danno traumi importanti.

Eventi catastrofici danno traumi enormi. Permanenti. 

Chi viene esposto a un quantitativo esagerato di radiazioni non muore subito. All'inizio soffrirà, poi passerà qualche giorno in cui i sintomi sembrano regredire. Questa fase viene chiamata "del fantasma che cammina". In realtà nel corpo stanno accadendo tutti i processi che poi porteranno alla rapida e inevitabile morte. 

Mi piace questo parallelismo. Se sei morto dentro, alla fine morirai anche fuori.

17.9.20

Kamikaze

La rabbia, schiumante, cresce incontrollata.

Il mio carattere non è abituato a gestirla. Tendo ad appianare, ad approssimare le emozioni del lungo periodo lungo una linea smussata.  

Ma la rabbia sta crescendo esponenzialmente.

Voglio diventare un kamikaze.

Voglio uccidervi tutti. Pulizia etnica e morale, un lampo di luce divina vi polverizzerà. 

Questo mondo è diventato troppo moscio. Siamo tutti assoggettati da progetti superiori di subordinazione mentale, tutti persi appresso alle cazzate, ai first world problems, alle piccole dipendenze che ci fanno vivere momenti di falsa felicità in un continuo e ossessivo fast food emotivo. Nessuno alza più la testa, nessuno si ribella più.

E' ora di finirla.

Sta bomba dovrà esplodere.

31.8.20

Una lunga illusione. Così realistica da sembrare vera. Ma tanto falsa quanto realistica. 

Il cervello che non riesce a mettere in fila tutti i pezzi.

Il vuoto che favorisce i pensieri più irrazionali e dolorosi. 

Un danno enorme.

Un'ammaccatura che non si può riparare.

Una Chernobyl dell'anima.

20.8.20

Questo è quello che hai.

Questo è quello che sei.

Ti piace?

Era questo che desideravi?

Sei felice così?

O anche stavolta non sai neanche che cazzo pensare?

Lo sai almeno cos'hai?

Lo sai almeno chi sei?

Che schifo.

16.8.20

C'ho un senso di morte che mi pesa sul cuore.

Aleggia, è come una nebbia fitta che non se ne va. Resta aggrappato, è come un macigno. E' per questo lutto, così lungo, così temuto, questo funerale mai celebrato. 

La morte delle speranze, della fiducia e della bellezza. Un tumore che attacca la vita contorcendone i tratti.

Una morte eterna, perenne, ricorrente. Una fine onnipresente da cui non si potrà mai scappare.

La mia vita sembra un limbo ormai. Statica, in penombra, senza vento, senza stagioni, senza una direzione.

6.8.20

La Treccani dovrebbe aggiornare la definizione di "spergiurare". Visto che ci sta dovrebbe accorparla in qualche modo anche a quella di "schifo", "verme", "viscido" e "squilibrato". Dopotutto siamo nell'era dell'hyperlink, basterebbe mettere qualche collegamento qua e là, rimuovere la definizione testuale e metterci direttamente la tua faccia di merda.

Mio dio. Mi viene il vomito e la pelle d'oca.
Sono stato esposto a tutto questo per anni e ancora mi meraviglio se ne sono uscito a pezzi.

Però, sapete cosa?
Quasi quasi inizio a meditare vendetta.

18.7.20

Tanto va la checca al cazzo
Che ci lascia i leucociti.

17.7.20

Mi sento come una fortezza blindata nel centro esatto del deserto del Sahara.

E io sono barricato dentro, ho sbarrato tutte le porte e poi ho ingoiato la chiave.

12.7.20

In effetti quando ho fatto l'incidente sono restato scioccato.

Ma sarà stato perché ho rischiato di morire... o perché sono rimasto vivo?

1.7.20

Non va bene, non va bene un cazzo.
Non funziono più, non ho più la forza di esistere, di manifestarmi. Sono un giocattolo rotto. Mancano i pezzi di ricambio.
Ho paura.

26.6.20

Che vergogna.

Non è proprio la prima volta che provo vergogna per il comportamento a briglia sciolta di qualcuno che ho in precedenza scelto col mio cuore, o a cui ho dato fiducia incondizionata.

Per esempio quando Sandro si è messo con il mio sosia, per lungo tempo non sono riuscito a reggere il senso di vergognoso imbarazzo che il solo pensiero mi provocava. Mi immagino tutti quelli che ci hanno conosciuto, vederlo con una persona che è praticamente è il mio surrogato in tutto e per tutto. Cosa avranno pensato, che idea si saranno fatti? Cosa avranno pensato di lui, e cosa avranno pensato di me?

E invece chi è stato spettatore della nostra intensa storia negli ultimi 4 anni, cosa penserà vedendoti orbitare intorno a quello psicopatico che mi ha fatto a pezzi fino a soli pochi mesi prima di conoscerti?

Cosa penseranno di te? Saranno indifferenti? Saranno infastiditi, disgustati?
E di me, cosa penseranno? Nulla di che? Saranno in pena per me? Penseranno che me la sia cercata? O che io non sia per niente in grado di scegliermi una persona degna?

Normalmente me ne frego del giudizio della gente. Su questo però, cedo totalmente.

Non so, è come sapere che il figlio di una coppia a cui vuoi bene vada a rovistare nei cassetti della madre per fregare e rivendersi l'oro. Come sarebbe considerata la situazione, cosa ne penserebbero gli altri?

Che vergogna.

18.6.20

Giustamente

Non esiste Caino senza marchio di Caino.

13.6.20

Vorrei scavarmi una fossa, o cercare una grotta nascosta, infilarmi dentro, stendermi e restare immobile per sempre. Contemplare la marcescenza di me stesso, vegliare su di me finché tutti i processi chimici e naturali non abbiano dissolto nel nulla ogni traccia.

9.6.20

La sensazione di aver perso tutto.

Aver perso la serenità.
Aver perso l'indipendenza.
Aver perso il sentimento.
Aver perso casa mia.
Aver perso le speranze.
Aver perso i soldi.
Aver perso la fiducia nel prossimo.
Aver perso quello che ero.

A chi dice di pensare alla salute che ancora c'è, vorrei dire ci mancherebbe. E che la salute fisica sottosta a quella mentale, che non sono più molto sicuro di avere in questo momento.

Faccio cose che non portano a nulla. Come continuare a spostare qua e là gli stessi  pochi oggetti sullo stesso tavolo.

Mi trascino a sopravvivere, e da un po' mi sveglio la mattina già con l'angoscia.

Non mi era mai successo.

4.6.20

addio, patatino mio



Mi mancherai tantissimo. Eri unico e perfetto per me.

28.5.20

Devo scrivere #40

Mi sono ammalato dentro l'anima.
Ho un tumore esteso tra l'intimità e la disponibilità. Il solo tendere la mano all'esterno mi fa stare male.
Non voglio sapere di niente e di nessuno. Zero. Neanche in amicizia.
Mi chiedo se e quando guarirò, ma una risposta sembra arrivare automaticamente dal profondo:

"Meglio non guarire mai più".

11.5.20

Devo scrivere #39

Si torna giù. Come essere impigliati su un'enorme ruota di mulino, che prima ti porta su, poi ti lascia affogare di nuovo.

Non capisco se è solo un effetto dell'elaborazione del lutto, o è il mio cervello che in quattro anni si è abituato a subire violentissimi alti e bassi e ormai fa tutto da solo.

Comunque, sto di nuovo sotto.

3.5.20

Devo scrivere #38

Non riesco. Non riesco a lasciare andare. Porca troia puttana madonna.
Non riesco a lasciarlo andare!
Ogni volta che per qualche minimo guizzo mentale sono sul punto di farlo, si inceppa tutto. Mi perdo nei dettagli, nei ricordi, faccio i confronti. Niente vale più un cazzo. C'è un malefico incastro che non si scioglie.
Per giorni preparo il terreno a un tentativo, e puntualmente va male.
E' ancora troppo presto?
Forse devo volermi più bene?
Quanto cazzo mi voglio sparare in testa.

26.4.20

Devo scrivere #37

Sono inconsolabile.
Continuo a stare sempre più di merda, a piangere, a essere apatico. Totalmente apatico. Mi sento inutile, sento che tutto sia inutile.
Ora il nodo principale che mi blocca il cervello è un altro. Ci sono due fatti infinitamente opposti e lontani: uno è che mi manca, l'altro è che tornare indietro è impossibile.

Mi manca da morire, mi manca qualsiasi dettaglio, mi manca amarlo, mi mancano i nostri progetti, mi manca ciò che eravamo, o forse l'illusione di tutto ciò che sembrava.

Dall'altra parte, so che indietro non si può tornare. Impossibile, zero. Quasi come se fosse morto. Anzi, peggio: come se fosse un morto resuscitabile pagando con la mia vita. L'identificazione come soggetto pericoloso è ormai solida, irreversibile, serissima e difesa da cannoni laser.

Questi due fortissimi sentimenti perfettamente contrapposti mi stanno mandando al manicomio. Una parte di me sta vigilando su tutto questo. Dubito di me stesso, temo di cedere. Le mie nuove strutture psichiche costruite con tanta fatica sono messe alla prova oltre ogni limite.

Questa storia sempre così intensa, sta generando conseguenze di un'intensità incalcolabile.

Sto tanto, tanto, tanto male.

22.4.20

Devo scrivere #36

Ho avuto una Rivelazione. Non dico come, ma l'ho avuta.

Lui è in me. E' in ogni cosa che guardo, è in ogni colore, in ogni forma, in ogni suono, in ogni pensiero. Ne sono assorbito completamente. Questo perché lui era veramente tanto, era tutto. L'ho amato tanto, e questa è la seconda rivelazione. Lui è la spezia che avrei aggiunto su tutto il cibo esistente. La lente attraverso cui avrei guardato il mondo.
Quindi, è normale che adesso io mi senta così dolorante fin dentro le cellule. C'è un po' di lui in ognuna di esse. E allora cosa dovrei fare?
Eliminare pian piano le sue particelle dal mio corpo?
Non saprei... in effetti anche se alla fine si è svelato un teatrino orribile, è stata una persona infinitamente importante per me. Quelle particelle fanno parte di me ormai, che mi piaccia o no.
Allora forse... dovrei smettere di scacciarle. Il mio "sistema immunitario" non le deve più attaccare. Deve farci pace.
L'infiammazione e il dolore sparirebbero, e lascerebbero intatta una struttura che nel tempo si è costruita anche intorno alle sue particelle.

Chissà come.... ma credo debba andare così....

19.4.20

Devo scrivere #35

Oggi piango di nuovo.
Però è diverso dalle altre volte. Mi ha fatto venire in mente di quando ti prendi un virus intestinale, che senti quegli improvvisi e fortissimi sforzi corporali che ti obbligano a correre al cesso in mezzo secondo.
Dunque così, dal nulla, senza una causa scatenante o un mood particolare, ecco che non posso fare altro che crollare all'improvviso.
Credo che le dinamiche mentali siano cambiate. Il senso di assurdo e di sbigottimento è stato superato, ora inizia a mancarmi il bello che c'era. Ed è molto più doloroso. Prima era come nei momenti successivi a un incidente stradale: la botta, l'adrenalina, lo shock, la confusione. Ora è come il dopo: inizia a farti male tutto, senti di avere le ossa rotte, i legamenti si gonfiano, le articolazioni non reggono.
Per di più è tutto razionalmente sbagliato. Insieme a quel bello, c'era anche tutto il resto, cioè addirittura la vera causa che ha mandato tutto a puttane.
Come si può ricordare con nostalgia il buon sapore di quel veleno che ti ha quasi spedito all'altro mondo?

Tutto questo è di una crudeltà gratuita disarmante.
E soprattutto, non riesco a tirarmi su...

15.4.20

progressi

Oggi voglio giocare a fare il mental coach good vibes mindfulness yoga vegan stocazzo. Perché cit, "la felicità è una scelta", e le cose brutte ti insegnano a vivere.

Vediamo un po' cosa mi frulla per la testa ripensando alla mia vita amorosa finora, e cosa le mie esperienze passate mi hanno lasciato.

Marco mi ha insegnato che la bellezza non è tutto, ma è molto. Devo cercare qualcuno che mi piaccia veramente, e tanto.

Rossano mi ha insegnato che gli infantili e i volubili vanno lasciati dove sono.

Alessio mi ha insegnato come minimo che i gelosi vanno evitati come la morte, dopodiché se vogliamo eliminare anche i disagiati psichici e i manipolatori non sarebbe affatto male.

Sandro mi ha insegnato che l'attrazione fisica e l'intesa chimica non bastano. Il rapporto va consumato anche nelle esperienze condivise, e le divergenze quando sono troppo distanti non riescono a connettersi. E mi ha anche insegnato che i rincoglioniti distratti non fanno per me, e che si può arrivare a massacrarsi a vicenda se si tengono in piedi a forza relazioni così scassate.

Fabrizio mi ha insegnato che esistono al mondo persone crudeli e sadiche a livelli che non avrei mai immaginato. Ha seminato in me il germe della paura, come se dovessi preoccuparmi per la mia incolumità in un mondo in cui dietro una persona apparentemente normale può celarsi una macchina da distruzione simile. Ancora non mi sono ripreso del tutto da questi pensieri, sono riuscito con difficoltà a far restare una base di cautela, ma è difficile.

Silvio mi ha insegnato che tutto ciò che cerco in un uomo può esistere davvero in una sola persona, anche se capita rarissimamente. Da una parte mi ha aiutato a confermare a me stesso che ciò che cerco mi piace e mi rende felice, dall'altra mi ha sbattuto in faccia che devo assolutamente, e ne va della mia salute, tagliare sul nascere ogni relazione che possa rivelarsi anche  solo minimamente tossica. Mi ha insegnato che non si può costruire nulla sulle sabbie mobili, pure se stai usando i migliori materiali disponibili sul mercato. Mi ha insegnato che le basi sono tutto, e alla base dell'amore deve esserci il rispetto. Senza il rispetto non può esserci amore, anzi, non può esserci nulla.
Ma ancora prima, senza il rispetto per sé stessi non può esistere nemmeno "l'altro".

Tutti gli altri, infine, mi hanno insegnato che quando non sei predisposto ad aprirti devi farti da parte e non far del male alle persone. Ho sbagliato varie volte, quando finalmente l'ho capito ci sono stato malissimo, e nei casi più importanti mi sono scusato con ognuno, anche se in ritardo.

Queste che ho menzionato sono le persone di cui mi sono innamorato, in cui ho investito, con cui ho fatto progetti. Un goffo provinciale, un bimbetto innocente ma malizioso, un romantico e pallido pianista al chiaro di luna, un giocoso volpino di montagna, un furetto carnivoro ribelle, e un adorabile topino curioso.

Giunti a questo punto mi è sorto un pensiero ieri notte. E' ovvio che ciò che ho imparato detta legge, e non vorrei mai più una relazione che sfori anche solo una delle condizioni ormai in vigore.

Ma quindi però, chi resta???

Dall'intera popolazione del pianeta scremiamo le donne, scremiamo etero bisex o confusex. Scremiamo le fasce di età 0-28 e 40+, e scremiamo vari ruoli sessuali. Togliamo i già impegnati, i mezzi uomini, i queer, i gender fluid, le principessine sul pisello, i malati di instagram, i veg, i fashion victim, i rincoglioniti, i rammolliti, i traditori, i pazzi, gli stronzi, i falsi, i sadici, gli anaffettivi. Da questa sparutissima rimanenza prendiamo chi apprezza una giornata nella natura a sudare, chi apprezza viaggiare, chi non si impaurisce a fare promesse e progetti, chi sa amare e basta, senza assurde paranoie o complicazioni.

Chi resta?

Il nulla?

Giunti a questo punto, sto pensando di ritirarmi ufficialmente. Per il momento è molto meglio ristrutturare me stesso, ma in generale, finora la tanto sospirata felicità che una relazione di coppia può dare non è che me la sia mai vissuta davvero o con continuità. Penso sempre di più che le relazioni siano sopravvalutate, e che occupino un posto di importanza in realtà molto più basso di quello che si pensa. Soprattutto tra noi gay, che formiamo coppie neanche in grado di assolvere al compito biologico dell'essere umano su questa terra: fare figli. L'essere umano si è evoluto monogamo perché così accudire i figli risultava più facile, ed è questa la base su cui si è formata la società attuale. Anche in coppie etero completamente sfasciate e tossiche, penso che sotto sotto, nonostante tutto la vocina dell'inconscio rassicuri le psiche dicendo che almeno il tuo compito biologico l'hai portato a termine.
Noi invece, neanche quello abbiamo, e c'è poco da farci i comizi lgbt. Sotto sotto, lo sappiamo benissimo che l'adozione non sarebbe nient'altro che una cosa posticcia.

Ma sto divagando.

14.4.20

Devo scrivere #34

Faceva bene quella schifosa pantegana ad aspettarlo al varco. Iena, avvoltoio e sciacallo. Blatta. Scarafaggio umano che si ciba di scarti. Gli è bastato aspettare pazientemente, ed ecco che gli è andata meglio di me. Ha avuto ciò che voleva, quel viscido zerbino, poco importa di rappresentare il ripiego del ripiego del ripiego.
Sò tattiche.

E pure quell'altro, quel carrozzone di squallore su due gambe, sornione dal bordo della sua vasca riscaldata piena di acqua cloro e sborra, sorseggiando un prosecchino gli è bastato attendere in tiepido ammollo che il suo preferito suonasse il campanello. Anche a lui è andata moooolto meglio di me. Anzi, direi che è l'uomo delle certezze: egli infatti sa. Che come ogni volta, all'istante T+1 dalla rottura, il primo cazzo che vorrà vedere sarà il suo.
Sò privilegi.

E come non menzionare l'Anticristo in persona, il nemico dell'umanità, il Lucifero con la french. La mia nemesi. La persona per cui andrei all'ergastolo col sorriso. L'errore della natura, lo scherzo impunito dell'inferno, il sadismo materializzato. Riesco a sentire l'aura del suo godimento narcisistico fino a qua, a 220km di distanza. Stavolta ha preso due piccioni con una seppur piccola fava: è riuscito a metterci le mani, e molto più importante, l'ha strappato da me.

MA IO DECRETO:

Tutto questo dolore NON E' MIO. Non mi appartiene. Mi è stato causato, mi è stato scaricato addosso, e non lo voglio più. Dovrà tornare indietro al mittente, e lo farà bruscamente. Questo mondo ha dei delicati equilibri; puoi divertirti a giocarci, ma non puoi sottrarti alle conseguenze delle tue azioni.

IO SONO UNA COMBATTENTE CHE VESTE ALLA MARINARA!!!
PORCO DIO!!!

10.4.20

cose

La quarantena si allunga. Le porche madonne abbondano.

Però di una cosa sono felice. Si è visto che i più coglioni di questa terra, quelli che mi sono stati da sempre sulle palle, stanno dando il peggio di sé, dimostrandosi completamente deficienti e inclini all'estinzione: lombardi, spagnoli e americani! Era ora! Un po' di pulizia. E vaffanculo al politically correct dei miei coglioni. AAAAHHHHHH la fresca ventata di realtà! Siamo tutti diversi, non tutti uguali! Grazie a dio! E vorrei pure aggiungere che non ci sono femministe sulle navi che affondano, né in corsia di emergenza Covid!
E voi coglioni bifolchi maledetti che rompete il cazzo sul 5G, dovreste farci il favore di eliminarvi senza lasciar tracce!!!

9.4.20

Devo scrivere #33

L'alta pressione mi fa sentire sospeso a mezz'aria, come un falco nascosto su un albero altissimo e isolato. Scruto al di sotto, ma non mi muovo dal mio nascondiglio tra le foglie. Il silenzio è palpabile, e circonda qualsiasi cosa.
Non so da che parte cominciare.

5.4.20

Devo scrivere #32

Va male. Va molto male.
Non riesco a concentrarmi su me stesso. A ridarmi carburante, vita. Fiducia.
Ho bisogno di un regalo. Vita, fammi un regalo. Ti prego.

Devo scrivere #31

Una volta mi sono intossicato con dei sottaceti. Mi sono sentito male e ho vomitato da mezzanotte alla mattina successiva, finché il pronto soccorso non mi ha raccattato.

Era un vomito assurdo però, mai provato prima. Gli sforzi erano così potenti che sembravano arrivare dal centro della terra, mi sentivo la testa esplodere e gli occhi uscirmi dalle orbite. Ma la sensazione che mi è rimasta più impressa era proprio a livello dell'esofago, sembrava che tutta la forza che possedevo fosse concentrata lì, a contorcere ed espellere. E non passava mai.

Ecco, più o meno quello che sento ora. Solo che per essere più verosimile dovrei aggiungere l'aver ingoiato cocci di vetro per una settimana intera.

E non passa.

2.4.20

Devo scrivere #30

Come stai oggi? Mah niente, continuo a svuotare un ascesso che si riempie di pus ogni giorno...

Tra l'altro normalmente potrei andare in farmacia a comprare qualcosa che aiuti la situazione, ma siamo tutti chiusi in casa sai com'è.

Neanche il calore di un amico vicino a te. Manco quello.

Mentre invece qualcun altro avoja se ci passa in farmacia. Giustamente se quello che serve viene venduto al massimo in pacchetti da 12 prima o poi finisce. Dipende quanti ne usi! Eh!

Bbbbbbuuuuuuuuuaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhhhh.

1.4.20

Devo scrivere #29

E niente, mo devo restare in ostaggio de sta cosa finché non se ne esce. Pare che per capire se quello che ho davanti è un leone vero o un peluche, devo aspettare di essere sbranato fino all'ultimo ossicino. E io che in teoria non dovrei neppure chiedermelo, se è un leone vero o un peluche.

Cervello di merda, psiche debole affranta e sforacchiata, vi odio.

31.3.20

Condannato a supplicare. Che cazzo di nervi. Morite tutti di coronavirus.

30.3.20

Devo scrivere #28

Un altro inizio, di quelli bellissimi, intensi, sereni e gioiosi.

Un'altra fine, di quelle orribili, inaspettate, dolorose e malvage.

Più me ne rendo conto più capisco perché ho voluto fare più del possibile, fino all'estremo fondo.

Più ci penso, più non capisco quanto si possa essere disumani a distruggere qualcosa del genere.

28.3.20

Devo scrivere #27

Il tempo passa in modo incoerente.

Ad oggi sono passati dai 23 ai 30 giorni a seconda di quale momento fondamentale si voglia prendere in considerazione. A me pare sia successo tutto ieri. Allo stesso tempo, mi sembra sia passata un'eternità.

Mi sembra di stare abbandonato su un divano mentre un numero imprecisato di operai stanno eseguendo una serie imprecisata di lavori in casa mia, per ottenere non si sa quale risultato. Li vedo solo passare carichi e indaffarati, non parlano e non rispondono alle domande.

E allora resto lì inebetito con le mani tra i pochi capelli rimasti.

27.3.20

Devo scrivere #26

Ahi ahi ahi.

A gennaio ho lasciato il furgone dal meccanico, se l'è dovuto tenere per settimane. Più lo ispezionava più si trovavano problemi, e quel poveretto si è messo le mani nei capelli.

Qui, stessa cosa. Passando lentamente da un nucleo di pensieri all'altro, mi accorgo di quanto la situazione sia drammaticamente complicata.
La sfera sensoriale-fisica-sessuale per esempio mi oppone una resistenza ferrea.
"Mi stai dicendo che dovrei seppellire quell'armoniosa perfezione estetica, fisica e chimica che avevamo trovato?" Questo mi dice. Non ci pensa neanche.
Non vuole qualcosa né di diverso, né eventualmente migliore. Eventuali fantasie alternative vengono costrette a restare tali.

Che merda quando il cervello non si fa i cazzi suoi. Neanche la consapevolezza di essere finalmente libero da una tortura costante sembra sufficiente per iniziare a pensare di voltare pagina.

Sarà presto?
E sarà presto...

Non sono manco libero di giocare coi pensieri. E' una dittatura questa.

26.3.20

C'è qualcosa di più triste di quando si scioglie la neve?

25.3.20

Devo scrivere #25

Sto diventando patetico, e non posso farci niente.
Non riesco a fare altrimenti. Corto-circuito totale del cervello.

Non ne esco. Anzi mi sembra di aver imboccato una brutta strada scivolosa. Ok che è una situazione di merda, ma così è troppo per me. Una cosa è il distacco, un'altra dover scorticare via tutto fin dall'inizio per manifestata menzogna globale.

Non ho gli strumenti adatti.

Devo scrivere #24

Tradire. In quanti modi si può tradire una persona?
Si può tradire il suo amore. Succede.
Si può tradire la sua fiducia. Grave, succede anche questo a volte.
Si può tradire la sua essenza dal profondo. Assurdo, chi mai potrebbe farlo?
E se vi dicessi che si può andare anche oltre?
E se vi dicessi che sembra non ci sia un limite verso il basso?
E come ci si dovrebbe sentire, a sperimentare un tradimento che è così meschino e degradante da non poter essere neanche immaginato da una mente relativamente sana?
E perché devo essere proprio io il pioniere di questa meraviglia?

Dante ha posizionato i traditori agli ultimi cerchi dell'inferno. Aveva ragione.
E se non mi dò una controllata, al momento giusto me ne andrò in vacanza perenne qualche girone più in su, tra gli assassini.

24.3.20

Devo scrivere #23

L'avevo detto: non c'è sconto né scorciatoia.

Ci stai provando, ci stai provando in tutti i modi. Ti sforzi, e fa male, ma ci stai provando. Ma da qualche parte, stai comunque facendo affidamento su quelle ultime briciole rimaste dai ricordi buoni.
Poi però, tutto quello che avevi amaramente previsto fosse successo, succede veramente. Tutto. Nel mondo attuale e reale non cambia molto, ma in tutto quello che è stato si. Il tradimento diventa retroattivo, non è più una cosa carnale, è il tradimento del rispetto e della dignità. Quella persona non ha neanche più titolo a essere considerata come l'hai sempre considerata. Niente più dubbi o illusioni.

E' il lutto nel lutto.

Sto cercando di non colpevolizzarmi, ma è dura. Sto quasi più male adesso che prima...

23.3.20

Devo scrivere #22

L'intensità. L'intensità, però quando si rivela illusoria.

Prima c'è un tutto, poi il tutto sparisce. E resta il nulla.

Dal tutto al nulla. Nel giro di un soffio.

Non resta nulla né del durante, né dell'inizio. Come se per quattro anni non si fosse vissuto, come se non si fosse neanche esistiti.

Le parole giuste per definire la situazione non sono di questo mondo.

22.3.20

Devo scrivere #21

La rabbia sale, erodendo un po' di dolore. Ma la proporzione tra quante unità di rabbia vengono generate da ogni singola unità di dolore è evidentemente sbilanciata.

Tradotto, sono incazzato come una bestia. Mi sento truffato, raggirato, preso per il culo. Per ANNI lo sono stato! Mi va il sangue al cervello. Devo rivedere le disposizioni che avevo ipotizzato nel medio e lungo termine: sono troppo morbide. Decisamente meglio il no-contact totale per salvaguardare la mia fedina penale. Se me capita sotto mano, je spacco un braccio e la faccia. Non scherzo.

21.3.20

Devo scrivere #20

..."Sei solo la copia di mille riassunti"...

Succede questo quando uno che ci tiene incontra un altro che non è capace di tenerci. E' tutto qui, è l'assurdità della situazione che ti mette in ginocchio, oltre al distacco.

Lentamente inizio a inquadrare sempre meglio la situazione, sempre più dettagli collimano e formano un senso generale. Che illuso che sono stato, quanto tempo perso, quanta sofferenza, che spreco... che peccato, che brutto, che disdetta, che merda, porcaccio dio, della cazzo di gente che non si cura il cervello, e mannaggia la madonna pure per le cazzo di cose ineluttabili, che non puoi cambiare neanche se ti sforzassi con tutta l'energia dell'universo o ci mettessi tutto l'oro del mondo. Che frustrazione, che schifo, che pena, che tragedia, che ridicolo, che vergogna, che senso di colpa, che rabbia, che malinconia, che pianto, che sconfitta, che vomito, che dolore.

Che dolore.
Che dolore!!!

19.3.20

Devo scrivere #19

Non ha senso. Niente ha più senso, niente vuol dire più un cazzo. Tutto perde di significato, di sapore, niente è più nobile, niente vale più la pena. Il cervello si spegne, lo sguardo si fa vacuo, sono di nuovo schiacciato...

Credevi di aver costruito un castello, una reggia, con enormi blocchi di marmo... e poi all'improvviso scopri che era solo cartapesta e ti crolla tutto davanti in mezzo secondo.

Non è giusto

18.3.20

Devo scrivere #18

Subentra la fase della rabbia.
Sento di essere stato preso per il culo negli ultimi due anni. Non poco, tanto.
Ho sbagliato a malriporre la mia fiducia, ma dall'altra parte c'è stato un secco dolo. Mi chiedo come cazzo possa essere possibile. Essere così viscidi, subdoli e approfittatori. O così inconsapevoli e in preda ai propri fantasmi? Sticazzi. Chi sente di star male, o di far del male, si impegna su sé stesso per migliorare. Io l'ho fatto, ci ho speso sofferenza, tempo e soldi. Non sento di meritarmi tutto questo, again. Ma la mia parte di responsabilità c'è, e non posso prendermela con nessuno. Zitto e mosca!

Devo scrivere #17

Spero di non dover sopportare sviluppi vomitevoli della situazione.
Speranze vane ovviamente, neanche finisco di scrivere la frase che già rido amaramente. Non è mai un SE, ma un QUANDO. Figurati.
Quante ne sentirò finché non ci saranno almeno 2500km a separarci, come minimo.
Com'è banale e ripetitivo invocare ogni volta The Eternal Sunshine of the Spotless Mind.

Quanto sono arcistufo di tutta sta pantomima.

17.3.20

Devo scrivere #16

Devo riuscire ad alzare la testa, anche di poco, devo iniziare a riuscirci. Guardare almeno un po' più in là. Così invece, anche con tutti gli sforzi resterei nel mio pantano ad ammuffire.
Devo riuscire a "tirà il cappello" dall'altra parte. Pensare a me. Certo in questo momento se mi guardo vedo un essere sfigurato. Però pare che braccia e gambe funzionino, quindi ci devo provare.

Ma è difficilissimo. Le macerie pesano, e mi bloccano.

Devo scrivere #15

Qualche volta invece è come trovarsi in una specie di film distopico-burocratico.
Ecco si, il film che mi viene in mente è Brazil.

Da una parte la psiche, che equivale un po' alla polizia o all'esercito sparso sul territorio, si sta occupando di gestire materialmente la questione.
Ai piani alti invece, ministri e faccendieri continuano stolidamente la loro vita di fasti e privilegi, finché un bel giorno non arriva un bel fascicolo di diecimila pagine da catalogare. Panico. Nessuno vuole avere tra le mani quella patata bollente.
Varare misure di lutto? Spostare tutti i ricordi dalla memoria attuale, quella che costituisce il presente, a quella lontana e ormai passata? Depennare quella persona dal suo ruolo e posizionarla alla fila degli ex? Calcolare gli infiniti dettagli della relazione, pesare il bene e il male, considerare le sensazioni, emettere un giudizio finale e collocare questa esperienza con precisione nella mappa cognitiva che servirà fino alla fine dei tempi per confrontarsi con la vita?
Questa è solo una manciata delle migliaia di cose da fare. La burocrazia è lenta. Inefficiente. Insofferente. C'è da mettersi le mani nei capelli.

Infatti molto probabilmente finirò come lui. Il protagonista di Brazil.


16.3.20

Devo scrivere #14

Non voglio più alzarmi, la mattina. Vorrei restare in quell'unica certezza di calore e protezione delle coperte. E vorrei starci 24h/24, apatico e abulico, attaccato a una macchina che mi fa campare al posto mio. Che mi sveglia con un mix di farmaci endovena e mi fa riaddormentare allo stesso modo.

Non sto reggendo bene.

15.3.20

Devo scrivere #13

Piano piano, leggerissimamente e flebilmente riesco a percepire l'inizio di una delle parti peggiori: la nostalgia revisionista.

Si riconosce perché a un certo punto mentre stai facendo cose a caso durante la giornata, ti compare un pensiero in testa, tipo notifica popup. Ti ricordi di quel preciso dettaglio bello, qualcosa che rendeva unica quella persona o quella relazione. E tu sospiri e lo scacci. Dopo un po' plop, rieccolo, e lo scacci di nuovo. Ancora un poco, e ... doppio plop, di nuovo lui ma con a fianco un altro ricordo bello. Ed è così che inizia, e non fa che peggiorare. La curva degli eventi può durare mesi o anni, e la facilità nello scacciare i pensieri è inversamente proporzionale al numero di essi esistenti in contemporanea.

Però oltre al danno c'è la beffa. Questa è infatti una nostalgia revisionista. Dietro ogni bel ricordo potresti infilare almeno una cinquantina di momenti di merda assoluta, ma in questa modalità sembrano non pesare sul tuo giudizio.

Un vero e proprio bug.

Se ti lasci sopraffare, il primo girone infernale in cui cadi è quello del "non troverò mai più qualcosa di così unico". Da lì in poi, è tutta discesa.

Conosci già il meccanismo? L'hai già affrontato altre volte? Sai benissimo che sono tutte cagate e in realtà è andata bene com'è andata? Non conta. Sei costantemente a tanto così dall'affogare in un bicchiere d'acqua. "Che poi sotto sotto lo sai che anche tu non sei di gusti facili, oltre a non piacere a molti", sibila il demonio all'orecchio, "secondo me il tuo treno se n'è già andato..."

Ci vuole una forza di volontà di ferro.
Che proverbialmente non ho.
(Non) sono pronto anche per questo.

14.3.20

Devo scrivere #12

Queste lacrime sono diverse. Sono più calde, bruciano di più, e non ti fanno sentire meglio dopo.

Devo scrivere #11

è la morte del Bello. sto malissimo. non toglietemi la bellezza, è un delitto troppo grande...

Devo scrivere #10

Forse Bru ha ragione. Devo resistere alla tentazione di andare a guardare, controllare, confrontare. Credo che in effetti si stia meglio. Solo che questo è uno dei miei grossissimi difetti: mi è quasi impossibile non andare a torturarmi così in queste situazioni.

Facciamo che devo farcela. Sarà una prova di forza. Tanto, come al solito al peggio non c'è mai fine, e se anche dovessi trovare determinate tracce di chissà cosa, non potrei comunque immaginare l'ipotetico (ma in realtà certo) vaso di Pandora che c'è sotto. Quindi...

Visto che siamo in tema, QUARANTENA!

Devo scrivere #9

Guardo quella foto, e la tua faccia mi sembra quella di uno sconosciuto.
E' una sensazione strana, e un po' ingannevole. Non capisco se è perché non mi capacito di rivederti sulla piazza al mercato del pesce, e quindi il mio cervello va in tilt pensando che non puoi essere proprio tu quello lì, magari un sosia, oppure se è perché ho avuto una reazione di rifiuto talmente violenta che sei stato totalmente buttato fuori dalla mia cognizione.

O forse una combinazione delle due?

Non me ne capacito.

Intanto, vado a onde. Passo da stati d'animo mediamente neutri ad affondi terribili verso il basso.

Il fatto è che non è che "ti ho lasciato", l'ho dovuto fare. Ho soltanto allineato la situazione alla realtà. Eri già fuori, mi sono dovuto adeguare.
Succede questo ad avere a che fare con chi non riesce a tenere conto delle persone. In realtà ero già abituato così quando stavamo insieme: ogni mattina mi svegliavo chiedendomi se quel giorno ci saresti stato o no. Chissà se oggi c'è o non c'è? Quando sarà il prossimo momento che mi lascerà a piedi all'improvviso?
Però le dinamiche di coppia facevano sì che potessi sperare nelle fasi successive, quando tornavi. Almeno finché non te ne andavi di nuovo.

Adesso invece, è definitivo.

Quella maledetta, grossa parte del mio cervello però non riesce ad accettarlo.

Perché sono idiota.

13.3.20

Devo scrivere #8

Sostituzione 1:1 in atto.
Sono in corso di sostituzione con elemento di pari contenuti.

E per la seconda volta in vita mia!!!

Sono proprio una persona fortunata. Invece chessò, di vincere una cifretta alla lotteria, mi capita per ben due volte di testimoniare alla mia sostituzione con soggetti-sosia o roba simile. E chissà se non c'è due senza tre!

Devo essere proprio una persona bacata, non c'è altra spiegazione. Sai, sembrano dirmi, le premesse ci sono, è tutto il resto che non mi soddisfa.... BEEEEEP! Procedere alla sostituzione!

Mo non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però posso dire, dalla mia esperienza il mondo sembra essere di quelli che si interessano della pelle senza manco andare ad assaggiare la carne. E metti caso che una mattina ti svegli storto, c'è sempre, tranquillamente e senza remore la possibilità di fare...

...BEEEEEEP!!!

Devo scrivere #7

E certo, facciamo così. Prendiamo una cosa, impegniamoci per essa, lottiamo, diamogli importanza, investiamo tutto il possibile, spendiamoci anni, per poi pisciarci e cagarci sopra, farla a pezzi e buttarla via nel giro di un secondo.

Allora sei pazzo. Sei un cazzo di psicopatico. E recidivo. Non ho altre interpretazioni in mente, né posso averne. Separiamo del tutto il lato emotivo dalla questione, facciamo finta di essere robot. Anche in questo caso: ma non commetti un peccato enorme? Come fai a non sentirlo?

Avrebbe mai Leonardo bruciato la Gioconda poco prima di completarla?
Ma scendiamo giù senza scomodare tali grandezze: dopo aver anche solo cucinato un ottimo manicaretto, lo butteresti nel secchio prima di impiattarlo?

Mi resta un consistentissimo, diffuso senso di perdita e di assurdità che mi fa male al cuore e mi fa fischiare le orecchie. Un vuoto così vuoto che riesco ad ascoltare il movimento del sangue nelle vene.

E ciò che a malapena riesco a scacciare dalla mente è che in qualche modo di tutto questo ne sono stato complice.

Mi sento sporcato.

11.3.20


Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto da tutto e tutti per non farmi più trovare, e adesso che torniamo ognuno al proprio posto... liberi finalmente, e non saper che fare. Non ti lasciai un motivo né una colpa, ti ho fatto male per non farlo alla tua vita. Tu eri in piedi contro il cielo e io così dolente mi levai: "Imputato, alzatevi!"
Chi ci sarà dopo di te, respirerà il tuo odore pensando che sia il mio? Io e te che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai contro un miliardo di persone?
E una storia va a puttane, sapessi andarci io...
Ci separammo un po' come ci unimmo, senza far niente, e niente poi c'era da fare se non che farlo, e lentamente noi fuggimmo lontano dove non ci si può più pensare. Finimmo prima che lui ci finisse, perché quel nostro amore non avesse fine. Volevo averti e solo allora mi riuscì: quando mi accorsi che ero lì per perderti.
Chi mi vorrà dopo di te, si prenderà il tuo armadio e quel disordine che tu hai lasciato nei miei fogli andando via così, come la nostra prima scena?
Solo che andavamo via di schiena, incontro a chi?
Insegneremo quello che noi due imparammo insieme e non capire mai cos'è, se c'è stato per davvero quell'attimo di eterno che non c'è.
Mille giorni di te e di me...
Ti presento un vecchio amico mio: il ricordo di me.
Per sempre e per tutto quanto il tempo in questo addio io mi innamorerò di te.

10.3.20

Devo scrivere #6

Sembra che i neuroni vadano delusi uno ad uno. E' come tentare di ragionare con un esercito di mosche, niente da fare.

Mo quelli che si occupano del momento presente hanno capito la situazione, qualcuno si è già acquietato, altri stanno elaborando. Ma poi arrivano quelli dei termini successivi. Quelli delle abitudini. Quelli che contano da quanti giorni non senti più una persona. Quelli che pezzo per pezzo stanno scoprendo da quanti piccoli e infiniti dettagli della vita dovrai eliminare la sua presenza. Quelli del futuro. Quelli che si occupano di mantenere alta l'ossitocina e si chiedono come mai l'ormone in questione di botto scarseggi.

E subito si forma un assembramento di domande alla sede centrale del cervello. Pare la fila dei disperati durante la guerra che si accodano in massa per chiedere la razione di pane giornaliera, ma la risposta che riceveranno è che di pane non ce n'è più. E la coda si allunga, si allunga all'infinito.

Visto che ognuno di noi ha circa 100 miliardi di neuroni nel cervello, si prospetta un lavoro interminabile. Sarà banalmente tutto qui quello che viene chiamato elaborazione del lutto. Biologicamente qualcosa di così penosamente tedioso e banale.

9.3.20

Devo scrivere #5

Aiutatemi. Ho il cuore spezzato. Aiutatemi.

Devo scrivere #4

PRENDETEMI TUTTI PER IL CULO FINO ALLA MORTE: ME LO MERITO.

Fino a tre giorni fa mi scriveva di non riuscire a dormire dal dolore.
Ma in realtà stava già scopando in giro alla grande.
Smascherato e strigliato, mi risponde che:

"La notte si può non dormire anche con le palle vuote".

Ed è record. Immediatamente in pole position tra tutte le frasi più grottescamente di merda che mi siano mai state rivolte in vita mia. Champagne, sipario.

8.3.20

Devo scrivere #3

Salvo ulteriori eventi sconosciuti, stavolta è durato 5 giorni senza buttare il cazzo a destra e sinistra, non male, si migliora. Facendo un rapido calcolo, mantenendo il ritmo potrebbe arrivare al minimo sindacabile di 1 mese di convalescenza post-breakup tra circa 15 anni. Bello!

Ma tanto sono già abituato a questa modalità distruttiva no? Heh. Già. Ormai la conosco bene. Ripeto a me stesso, di nuovo: 1) lo sai 2) lo sapevi 3) te la sei cercata.

Alzo le spalle.

Puff.

7.3.20

Devo scrivere #2

Si segue il solito protocollo.
Inizi a cancellare cose per non vederle più. Ma siccome sei comunque abituato a vederle da un sacco di tempo, il fatto di non vederle più è esso stesso un reminder forte. Quindi, in sostanza non cambia un cazzo.

Nessuno sconto, come al solito. Certo, da una parte è normale, grandi investimenti non spariscono dall'oggi al domani senza lasciare tracce.

A meno che non ti capitino tragedie tra capo e collo ovviamente. Lì, invece, possono sparire universi interi in mezzo secondo lasciandoti come uno stronzo.

Ovviamente.

6.3.20

Si concretizza...

Ecco che inizia la botta forte...
Rieccomi a sputare sangue... è normale, se ti stacchi un pezzo da dentro certo che butti sangue. Ne butti un casino, finché non si formerà una nuova, obbrobriosa cicatrice.
La percezione di oggi è : "ma che senso c'ha".
Ovvero, che schifo di gioco è, che motivi si hanno per stare così, vivere queste situazioni, passare per momenti che ti fanno stare così male. E' come dire toh, stasera voglio proprio andare a sfracellarmi la mano sotto una pressa! Prendi, ci vai, spfraaaash, e poi di corsa all'ospedale. Ma quando mai? E' fuori dall'istinto di sopravvivenza fare cose del genere.

Eppure succede, e forse si sta così male proprio perché è un livello di assurdità al pari di buttarsi sotto una pressa.

Allora la mente si inganna di nuovo da sola, facendoti pensare a due cose impossibili e opposte:
1- nostalgia e voglia di rivivere la tua storia con la versione idealizzata, "depurata" da tutti i problemi della persona che ami/hai amato
2- tornare comunque indietro, nonostante sai benissimo che equivarrebbe a un ricovero in psichiatria se dovessero risuccedere certe cose, e risuccederanno.

E poi il carrozzone delle assurdità, nonostante tutto. Stavo partecipando a tutte le sue cose, ai suoi impegni, e ora sono disoccupato. Anche lui era in un momento di crisi e cercavo come potevo di dargli supporto. Inizia a mancarmi seriamente. Anche se ieri in più di un'ora di telefonata abbiamo di nuovo discusso. Pensavo, speravo comunque che mi volesse sentire per cercare di mettere a posto le cose, pensavo di ritrovarmelo qua all'improvviso secondo non so quale gesto straordinario di riconquista, NONOSTANTE TUTTO, e invece siamo finiti di nuovo a litigare, un po' per la sua solita reazione di negazione davanti a malefatte varie, un po' perché, impressione mia, è come se gli bruciasse che stavolta lo stia lasciando io, e ha cercato una specie di rivincita. Ho chiuso la telefonata con un senso di sbalordimento e morte che potrei paragonare al trovare un biglietto della lotteria milionario ma scaduto da due giorni. Parlo di assurdità perché l'altra metà del cervello teme o sa benissimo che in realtà si sta già "riorganizzando" per cazzi suoi senza troppe remore. E poi in realtà leggendo tra le righe e conoscendolo quella telefonata poteva essere davvero un atto di riconquista a modo suo, ma per l'appunto, i suoi modi mi hanno ricordato cosa significherebbe tornare a straziarsi con le sue spine. Stanotte non ho dormito peggio dei giorni scorsi, perso nell'orribile sensazione di ambiguità che mi ha lasciato addosso quella telefonata.

Pure stavolta la sopportazione è caduta prima che cadesse l'amore, altra amputazione psichica in atto. Ma ha senso??? Cioè... perché quando esplode la sopportazione pure l'amore non si interrompe in automatico? Che crudele, fatta male, merdosa trafila di burocrazia emotiva è questa?

Io lo odio, il cervello. Ho sempre odiato il mio cazzo di cervello.

La morte di un sogno, la morte delle speranze. Speranze belle, speranze di futuro... Mi sono illuso? Erano speranze impossibili? Pare di si... in molti me l'hanno detto, persino il mio terapeuta, e non ci vado più da un anno, quindi storia vecchia. Ma per me erano speranze.
Ed è vero che la speranza è l'ultima a morire, ma per l'appunto quando muore... sai che è veramente tutto finito, non c'è altro dopo.

Che schifo di vita.

4.3.20

Devo scrivere

Quasi 4 anni insieme, e cosa resta? Un cazzo di niente.
Come togliere un palo dalla sabbia. Un palo non ha mica messo le radici. Resta solo un abbozzo di buco. Un tristissimo, ineluttabilmente vuoto, labile, inutile, sterile, umiliante, disperatamente misero buco nella sabbia.

Eppure non si scapperà dalla solita procedura di distacco e di dolore. E i pensieri martellanti torneranno e la faranno da padrone, e la nostalgia, e i SE, e le idee da tirare giù a fucilate una ad una, e i progetti strappati e buttati via, e la dipendenza chimica dal suo odore, e quella degli occhi dalla sua figura, e quella delle mani dalla sua morbidezza, e ...

Nonostante tutto quello che è successo!!!

Quanto siamo progettati male. O almeno io in particolare. Nonostante tutto, ripeto.

Però pure gli eroinomani non riescono a staccarsi da quel sublime veleno. Sarà così per molti, forse.

La morte di un sogno, e l'ho dovuto uccidere io prima che potesse uccidere me.

Tutto questo è così profondamente TRISTE. E dissonante. E' ambiguo e confondente, sconcertante. Ma niente, sto di nuovo piangendo.

3.3.20

Sono morto avvelenato.
E una delle due mani che reggeva la coppa di veleno era la mia.

2.3.20

Come un cieco che tenta di risolvere un cubo di Rubik.

4.2.20

"Noi"

Citazione cardine:

"Ce lo sapremo ridire".

3.2.20

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

30.1.20

La misura è colma da circa una cinquantina di volte in cui la misura era già colma.

Ma secondo le regole dell'induzione matematica, pare che le prossime N volte in cui la misura sarà di nuovo colma, andrò a tracciare un ulteriore segno oltre il quale la misura sarà colma.

Tragicomico, no?

Doh.
 
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