28.2.23

Ieri era il mio onomastico.

Così, tanto per parlare di cazzate. Da cosa siamo definiti? Chi siamo? E perché?

E perché certa gente è fatta in una certa maniera?

E io? Chi sono?

Chi mi sta intorno spesso loda parti di me stesso che quasi non sento praticamente mie. O forse lo erano, forse è solo una specie di traccia lasciata dai ricordi di quello che fui. Se incontrassi qualcuno di nuovo molto probabilmente non noterebbe tutto ciò.

Mi sa che come al solito sono in anticipo di qualche anno sulla crisi esistenziale della decade. 

Ho deciso da tempo di chiudere col lavoro dipendente, vorrei far partire ufficialmente la mia attività artigianale ma non ne ho voglia, provo sconforto, i piccoli intoppi mi sembrano ostacoli insormontabili, non ci trovo il senso. 

Gli amici sono lontani, fisicamente tutti, relazionalmente sempre di più. Non mi va di farmene di nuovi. Mi sono abituato o forse sto bene a stare da solo. Ho anche una paura folle di scontrarmi di nuovo coi lati malati o aggressivi degli altri. Vorrei stare "così, come una cosa posata in un angolo e dimenticata" [cit].

Spendo sempre un sacco di energie per ricacciare giù i bocconi amari che ho dovuto ingoiare negli anni. Su quello, purtroppo, non ho una soluzione. Ho sempre funzionato così. Gli errori del passato mi affliggono come un fardello. Non tutti, però: ogni tanto riesco comunque a schiarirmi gli occhi e gettare uno sguardo nuovo sulle cose. Ma spesso la vista torna ad appannarsi in fretta.

Sono tornato ad abitare con i miei e non prevedo di andarmene per il breve/medio periodo. Mi sento cullato e forse sto recuperando tutti gli anni passati a non parlarsi. Voglio vivermeli, stanno visibilmente invecchiando. Un giorno non ci saranno più, e chi sarò io quel giorno?

Resto comunque chiuso a riccio, come a proteggere quelle grosse cicatrici recenti che non ho il coraggio di controllare. Non fanno più molto male, ma non so se siano ancora fresche.

Anch'io mi guardo allo specchio e mi vedo invecchiare, e non bene. Pazienza. Tanto non devo farmi vedere da nessuno. Mi piaccio di meno? Si. Evvabè. Tanto quando mi piacevo di più, e piacevo di più agli altri, non è che abbia realizzato tutte ste grandi imprese sentimental-sociali. 

A PROPOSITO. Parlando di sentimenti. Su quel discorso sembra proprio che io ci abbia messo la parola fine. Non ne vedo il senso e ho paura. Il giorno che smetterò di aver paura continuerò a non vederci un senso. Non credo ci sia molto altro da dire.

Mi piaceva di più quando consideravo il suicidio come opzione, rendeva tutto più frizzante e anche più facile da sopportare. Quel pensiero mi faceva da valvola di sfogo di emergenza. Al limite mi ammazzo, mi dicevo, e allora chissenefrega, tiriamo avanti. Ora che mi è passata la voglia anche di quello, la mia trasformazione in vecchio solitario che tirerà a campare per inerzia fino alla fine può proseguire senza intoppi.

Ironico che io abbia quest'immagine mentale di me fin da piccolo, di finire così. Ne sono sempre stato terrorizzato. Ho sempre fatto di tutto per far prendere alla mia vita strade che non mi avessero portato a diventarci. 

Ma forse, Nostradamus si nasce. E io lo nacqui.

[cit e chiudo.]

7.2.23

Uno si sforza per cercare di farsi tornare un po' di fiducia nel genere umano...


E niente oh, sempre scatarrate di merda negli occhi si ricevono. Ma andatevene tutti affanculo porcaccio di quel dio scannato, spero di diventare la prossima Wanna Marchi, a farvi piangere come i vitelli dopo che vi ho prosciugato fino all'ultima goccia di sangue che tenete nel vostro inutile corpo. 

 

FATE CAGARE

 
!