28.9.15

e mò io che dovrei fare.
come mi dovrei sentire?
tagliare completamente i ponti con qualcuno con cui ho avuto a che fare per 6 anni della mia vita, e che tra le altre cose ho anche amato, stimato, convissuto, gradito. certo anche odiato, mal sopportato, giudicato, accusato.
e da cui ho ricevuto ferite enormi, ma a cui ne ho anche inferte.
il karma ormai opera sfacciatamente a ruota libera, e quel discorso di ieri sera ne è l'ennesima prova. nella mia mente mi si sono messi in fila tutti i pezzi, so cosa sta succedendo, so perché ti sei comportato così, so perché ti stai comportando così.
da una parte mi fa male, dall'altra penso con rabbia: "ma si, vai a incollarti con quell'altro coglione, fatti insegnare che vivere la superficialità è meglio di tutto questo!!!"
nessun altro al di fuori di noi può sapere.
ma questo "noi", quanto ha di patologico?
e perché ora mi sento di dover fare qualcosa? ANCORA?

sono
di nuovo
in crisi
 

16.9.15

però, cara ruota della vita, piccolo appunto, potresti non considerarlo tra i casi papabili e mandarmene uno degno senza aspettare altri 6 anni? grazie, tuo Leo.

14.9.15

è proprio come quando arriva settembre. lentamente, impercettibilmente, ma le cose cambiano, inesorabili. il caldo di prima si è staccato dalla terra e si è dissolto. la luce, prima intensa, è impallidita. l'odore della pioggia è diverso, e diventa sempre più frequente. quell'emozione esaltante che vibrava e balzava in petto ogni mattina ha lasciato spazio a una composta sensazione di attesa.
non è neanche autunno. è solo settembre.
e tu mi sei mancato, mi manchi e mi mancherai, piccolo maledetto sorcio de fogna.  poterti rivedere, parlarti e riabbracciarti, anche solo per una sera, stavolta mi ha fatto piacere. più piacere che dolore. ma adesso c'è da tirare avanti.
anche se starò di nuovo in quella ciclica, ricorrente sensazione che così tanto purtroppo mi appartiene. quella sensazione di aver perso l'occasione di vivere qualcosa di bellissimo, e di ascoltarne gli ipotetici eventi come da dietro un muro, e di scorgere i potenziali sguardi come da un lontano vetro oscurato.

è settembre.

10.9.15

madò che panacca. quando cazzo me riprendo.

9.9.15

Mi è capitato di dire : "è il mio uomo".

Siamo seri. Ripetiamo insieme:

MA MANCO PER IL CAZZO!!!

I flussi chimiciormonalisinergicicolinergici hanno sempre spinto per tenerci insieme. I due cervelli, invece, hanno sempre e solo cozzato.
E insieme, cos'è che abbiamo vissuto?
A parte le guerre?
A parte le mazzate?
A parte le ferite?
Certo, troppo facile trattandosi di me, cadere per un pensiero di amore romantico sempreverde e immortale, capace di rialzarsi dopo ogni cannonata.
Solo adesso mi viene da fare questo pensiero.
Non è il mio uomo. E' stato.... un grande amore impossibile.
 
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