18.9.11

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Ma forse sono solo in una situazione DI MERDA e tutto questo dolore è normale? le ansie, le paranoie?
Sono anche vicino al nocciolo della questione. Ma è come disinnescare una centrale nucleare impazzita mentre fuori infuria un uragano e un terremoto costante squassa l'intero universo.


AIUTO. AIUTO. AIUTO.

12.9.11

tremori

Reminiscenze del quinto superiore mi suggeriscono che il concetto dell'ostrica di Verga può essermi molto utile a spiegare quello che sto per spiegare.
Più o meno, che finché uno rimane attaccato (come l'ostrica) alle proprie origini e ai propri valori, rimane al sicuro dal mondo esterno, vorace predatore di individui deboli. Non gli avrei mai dato una lira a questo ragionamento, anzi, io che da qualche anno sono splendente e rampante verso ogni diverso lido che il mondo mi propone. Poi però ... la folgorazione.
Guardacaso, parlo di te!! Che combinazione. In questi due anni c'ho guadagnato un fegato a fionda e maturato un colore verde da far invidia all'intero ecosistema della flora mondiale, ma ecco che appunto mi stimoli di nuovo certi pensieri, il verbo non è a caso.
Ritornando seri. Una delle mie gravissime corde scoperte, capace di mettermi KO - anche fisicamente, ci ricordiamo delle mie botte di sonno psicosomatiche - è il non sentirmi parte, lo sfuggirmi dalle mani di rapporti e flussi umani, il sentirmi incapace, o reso impossibilitato, di far scoccare scintille tra me e gli altri. Per me è una mancanza incolmabile, un cratere tutto da esplorare, ma qualcosa di orribile, qualcosa di spaventoso, qualcosa da ricucire ossessivamente contro ogni corrente. Questo è quello che purtroppo puntualmente tento di fare: ossessivamente provare altri comandi che non sono i miei, vestirmi di altre facce e altri comportamenti, per tentare di completare quello che non sono, nella speranza che una minima stabilità mia possa iniziare a scaturire da una traballante forma di sicurezza ibrida.
Ma questo ovviamente non fa che farmi stare peggio. Cerco di essere me stesso senza me stesso. I risultati sono ovviamente disastrosi, e io crepo dell'angoscia più tagliente.
L'altra sera vengo a sapere questo piccolo dettaglio. Niente di nuovo sotto il sole ma mi ha scosso dal profondo.

Tu, che viaggi sul tuo binario che ho sempre sentito irraggiungibile. Non dico migliore ma irraggiungibile. Tu che trovi senza cercare, tu che non hai bisogno di pianificare nulla, tu che prendi perché ti viene dato, tu che senza sforzo né volontà puoi fare e disfare quello che ti pare, senza doverlo sperare perché ti capita e basta, tu che la tua vita è come un sottilissimo velo che mosso da un vento impertinente e senza intenzioni riesce a infilarsi al punto giusto al momento giusto, tu che ne hai da raccontare perché la sottilissima linea che divide l'incoscienza dalla voglia riesci a passarla quando ti pare, nel momento che spontaneamente ti pare.

Allora io, di cosa ti dovrei morbosamente invidiare ?

Tu sei ... di un altro mondo. Io sono qua. Io ho bisogno di razionalizzare tutto, io non colgo mai le occasioni sia perché sono mezzo tardo sia perché spesso il tempo di coglierle è superato dal mio tempo di toccarle con mano, io non trovo anche quando cerco, anche quando voglio, io mi spiego sempre a parole, io non so usare il sesto senso, io voglio sempre che sia tutto ben chiaro, ma non perché lo voglia veramente, ma perché altrimenti non saprei come comunicare. Io che la mia vita è tutta ragionata, tutta una regia, tutto un porsi obiettivi su cose e persone. Io che sono la mano lenta che spera di acchiappare un rapidissimo insetto alato.

Allora, io, come posso venire in contatto col tuo di mondo?
La tua vita continua così. Questa frase sembra una banalità ma è imponente, solida e granitica come la catena montuosa più grande del globo. La tua vita com'era, è, e sarà. Le cose continueranno a succedere. Tu le coglierai. Qui, scatta il baratro infinito di angoscia. PERCHÉ? Non lo so perché. L'unica cosa che posso dire è che magari la tua tutto sommato innocenza di fondo ti impedisce di trarre vantaggio da tutto questo e di sporcarti. Ma il mio sentimento è solo di angoscia, un'angoscia infinita.

Ora capisco un famoso sogno che feci quando ero piccolo. Io non avevo i superpoteri che l'unito gruppo di amici invece aveva per natura.
Tu sei in quel gruppo.

E come l'emozione nascosta dietro quel sogno, che a distanza di quasi 20 anni ancora sento così con forza... così ora non riesco neanche a trovare le parole per chiudere questo post, per quanto sto lottando con la morsa che sta progressivamente stringendosi tra i miei pensieri per evitare che escano, e sta cercando di staccare la spina alla veglia.


e quindi? ... CONCLUDENDO???
 
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