31.3.20

Condannato a supplicare. Che cazzo di nervi. Morite tutti di coronavirus.

30.3.20

Devo scrivere #28

Un altro inizio, di quelli bellissimi, intensi, sereni e gioiosi.

Un'altra fine, di quelle orribili, inaspettate, dolorose e malvage.

Più me ne rendo conto più capisco perché ho voluto fare più del possibile, fino all'estremo fondo.

Più ci penso, più non capisco quanto si possa essere disumani a distruggere qualcosa del genere.

28.3.20

Devo scrivere #27

Il tempo passa in modo incoerente.

Ad oggi sono passati dai 23 ai 30 giorni a seconda di quale momento fondamentale si voglia prendere in considerazione. A me pare sia successo tutto ieri. Allo stesso tempo, mi sembra sia passata un'eternità.

Mi sembra di stare abbandonato su un divano mentre un numero imprecisato di operai stanno eseguendo una serie imprecisata di lavori in casa mia, per ottenere non si sa quale risultato. Li vedo solo passare carichi e indaffarati, non parlano e non rispondono alle domande.

E allora resto lì inebetito con le mani tra i pochi capelli rimasti.

27.3.20

Devo scrivere #26

Ahi ahi ahi.

A gennaio ho lasciato il furgone dal meccanico, se l'è dovuto tenere per settimane. Più lo ispezionava più si trovavano problemi, e quel poveretto si è messo le mani nei capelli.

Qui, stessa cosa. Passando lentamente da un nucleo di pensieri all'altro, mi accorgo di quanto la situazione sia drammaticamente complicata.
La sfera sensoriale-fisica-sessuale per esempio mi oppone una resistenza ferrea.
"Mi stai dicendo che dovrei seppellire quell'armoniosa perfezione estetica, fisica e chimica che avevamo trovato?" Questo mi dice. Non ci pensa neanche.
Non vuole qualcosa né di diverso, né eventualmente migliore. Eventuali fantasie alternative vengono costrette a restare tali.

Che merda quando il cervello non si fa i cazzi suoi. Neanche la consapevolezza di essere finalmente libero da una tortura costante sembra sufficiente per iniziare a pensare di voltare pagina.

Sarà presto?
E sarà presto...

Non sono manco libero di giocare coi pensieri. E' una dittatura questa.

26.3.20

C'è qualcosa di più triste di quando si scioglie la neve?

25.3.20

Devo scrivere #25

Sto diventando patetico, e non posso farci niente.
Non riesco a fare altrimenti. Corto-circuito totale del cervello.

Non ne esco. Anzi mi sembra di aver imboccato una brutta strada scivolosa. Ok che è una situazione di merda, ma così è troppo per me. Una cosa è il distacco, un'altra dover scorticare via tutto fin dall'inizio per manifestata menzogna globale.

Non ho gli strumenti adatti.

Devo scrivere #24

Tradire. In quanti modi si può tradire una persona?
Si può tradire il suo amore. Succede.
Si può tradire la sua fiducia. Grave, succede anche questo a volte.
Si può tradire la sua essenza dal profondo. Assurdo, chi mai potrebbe farlo?
E se vi dicessi che si può andare anche oltre?
E se vi dicessi che sembra non ci sia un limite verso il basso?
E come ci si dovrebbe sentire, a sperimentare un tradimento che è così meschino e degradante da non poter essere neanche immaginato da una mente relativamente sana?
E perché devo essere proprio io il pioniere di questa meraviglia?

Dante ha posizionato i traditori agli ultimi cerchi dell'inferno. Aveva ragione.
E se non mi dò una controllata, al momento giusto me ne andrò in vacanza perenne qualche girone più in su, tra gli assassini.

24.3.20

Devo scrivere #23

L'avevo detto: non c'è sconto né scorciatoia.

Ci stai provando, ci stai provando in tutti i modi. Ti sforzi, e fa male, ma ci stai provando. Ma da qualche parte, stai comunque facendo affidamento su quelle ultime briciole rimaste dai ricordi buoni.
Poi però, tutto quello che avevi amaramente previsto fosse successo, succede veramente. Tutto. Nel mondo attuale e reale non cambia molto, ma in tutto quello che è stato si. Il tradimento diventa retroattivo, non è più una cosa carnale, è il tradimento del rispetto e della dignità. Quella persona non ha neanche più titolo a essere considerata come l'hai sempre considerata. Niente più dubbi o illusioni.

E' il lutto nel lutto.

Sto cercando di non colpevolizzarmi, ma è dura. Sto quasi più male adesso che prima...

23.3.20

Devo scrivere #22

L'intensità. L'intensità, però quando si rivela illusoria.

Prima c'è un tutto, poi il tutto sparisce. E resta il nulla.

Dal tutto al nulla. Nel giro di un soffio.

Non resta nulla né del durante, né dell'inizio. Come se per quattro anni non si fosse vissuto, come se non si fosse neanche esistiti.

Le parole giuste per definire la situazione non sono di questo mondo.

22.3.20

Devo scrivere #21

La rabbia sale, erodendo un po' di dolore. Ma la proporzione tra quante unità di rabbia vengono generate da ogni singola unità di dolore è evidentemente sbilanciata.

Tradotto, sono incazzato come una bestia. Mi sento truffato, raggirato, preso per il culo. Per ANNI lo sono stato! Mi va il sangue al cervello. Devo rivedere le disposizioni che avevo ipotizzato nel medio e lungo termine: sono troppo morbide. Decisamente meglio il no-contact totale per salvaguardare la mia fedina penale. Se me capita sotto mano, je spacco un braccio e la faccia. Non scherzo.

21.3.20

Devo scrivere #20

..."Sei solo la copia di mille riassunti"...

Succede questo quando uno che ci tiene incontra un altro che non è capace di tenerci. E' tutto qui, è l'assurdità della situazione che ti mette in ginocchio, oltre al distacco.

Lentamente inizio a inquadrare sempre meglio la situazione, sempre più dettagli collimano e formano un senso generale. Che illuso che sono stato, quanto tempo perso, quanta sofferenza, che spreco... che peccato, che brutto, che disdetta, che merda, porcaccio dio, della cazzo di gente che non si cura il cervello, e mannaggia la madonna pure per le cazzo di cose ineluttabili, che non puoi cambiare neanche se ti sforzassi con tutta l'energia dell'universo o ci mettessi tutto l'oro del mondo. Che frustrazione, che schifo, che pena, che tragedia, che ridicolo, che vergogna, che senso di colpa, che rabbia, che malinconia, che pianto, che sconfitta, che vomito, che dolore.

Che dolore.
Che dolore!!!

19.3.20

Devo scrivere #19

Non ha senso. Niente ha più senso, niente vuol dire più un cazzo. Tutto perde di significato, di sapore, niente è più nobile, niente vale più la pena. Il cervello si spegne, lo sguardo si fa vacuo, sono di nuovo schiacciato...

Credevi di aver costruito un castello, una reggia, con enormi blocchi di marmo... e poi all'improvviso scopri che era solo cartapesta e ti crolla tutto davanti in mezzo secondo.

Non è giusto

18.3.20

Devo scrivere #18

Subentra la fase della rabbia.
Sento di essere stato preso per il culo negli ultimi due anni. Non poco, tanto.
Ho sbagliato a malriporre la mia fiducia, ma dall'altra parte c'è stato un secco dolo. Mi chiedo come cazzo possa essere possibile. Essere così viscidi, subdoli e approfittatori. O così inconsapevoli e in preda ai propri fantasmi? Sticazzi. Chi sente di star male, o di far del male, si impegna su sé stesso per migliorare. Io l'ho fatto, ci ho speso sofferenza, tempo e soldi. Non sento di meritarmi tutto questo, again. Ma la mia parte di responsabilità c'è, e non posso prendermela con nessuno. Zitto e mosca!

Devo scrivere #17

Spero di non dover sopportare sviluppi vomitevoli della situazione.
Speranze vane ovviamente, neanche finisco di scrivere la frase che già rido amaramente. Non è mai un SE, ma un QUANDO. Figurati.
Quante ne sentirò finché non ci saranno almeno 2500km a separarci, come minimo.
Com'è banale e ripetitivo invocare ogni volta The Eternal Sunshine of the Spotless Mind.

Quanto sono arcistufo di tutta sta pantomima.

17.3.20

Devo scrivere #16

Devo riuscire ad alzare la testa, anche di poco, devo iniziare a riuscirci. Guardare almeno un po' più in là. Così invece, anche con tutti gli sforzi resterei nel mio pantano ad ammuffire.
Devo riuscire a "tirà il cappello" dall'altra parte. Pensare a me. Certo in questo momento se mi guardo vedo un essere sfigurato. Però pare che braccia e gambe funzionino, quindi ci devo provare.

Ma è difficilissimo. Le macerie pesano, e mi bloccano.

Devo scrivere #15

Qualche volta invece è come trovarsi in una specie di film distopico-burocratico.
Ecco si, il film che mi viene in mente è Brazil.

Da una parte la psiche, che equivale un po' alla polizia o all'esercito sparso sul territorio, si sta occupando di gestire materialmente la questione.
Ai piani alti invece, ministri e faccendieri continuano stolidamente la loro vita di fasti e privilegi, finché un bel giorno non arriva un bel fascicolo di diecimila pagine da catalogare. Panico. Nessuno vuole avere tra le mani quella patata bollente.
Varare misure di lutto? Spostare tutti i ricordi dalla memoria attuale, quella che costituisce il presente, a quella lontana e ormai passata? Depennare quella persona dal suo ruolo e posizionarla alla fila degli ex? Calcolare gli infiniti dettagli della relazione, pesare il bene e il male, considerare le sensazioni, emettere un giudizio finale e collocare questa esperienza con precisione nella mappa cognitiva che servirà fino alla fine dei tempi per confrontarsi con la vita?
Questa è solo una manciata delle migliaia di cose da fare. La burocrazia è lenta. Inefficiente. Insofferente. C'è da mettersi le mani nei capelli.

Infatti molto probabilmente finirò come lui. Il protagonista di Brazil.


16.3.20

Devo scrivere #14

Non voglio più alzarmi, la mattina. Vorrei restare in quell'unica certezza di calore e protezione delle coperte. E vorrei starci 24h/24, apatico e abulico, attaccato a una macchina che mi fa campare al posto mio. Che mi sveglia con un mix di farmaci endovena e mi fa riaddormentare allo stesso modo.

Non sto reggendo bene.

15.3.20

Devo scrivere #13

Piano piano, leggerissimamente e flebilmente riesco a percepire l'inizio di una delle parti peggiori: la nostalgia revisionista.

Si riconosce perché a un certo punto mentre stai facendo cose a caso durante la giornata, ti compare un pensiero in testa, tipo notifica popup. Ti ricordi di quel preciso dettaglio bello, qualcosa che rendeva unica quella persona o quella relazione. E tu sospiri e lo scacci. Dopo un po' plop, rieccolo, e lo scacci di nuovo. Ancora un poco, e ... doppio plop, di nuovo lui ma con a fianco un altro ricordo bello. Ed è così che inizia, e non fa che peggiorare. La curva degli eventi può durare mesi o anni, e la facilità nello scacciare i pensieri è inversamente proporzionale al numero di essi esistenti in contemporanea.

Però oltre al danno c'è la beffa. Questa è infatti una nostalgia revisionista. Dietro ogni bel ricordo potresti infilare almeno una cinquantina di momenti di merda assoluta, ma in questa modalità sembrano non pesare sul tuo giudizio.

Un vero e proprio bug.

Se ti lasci sopraffare, il primo girone infernale in cui cadi è quello del "non troverò mai più qualcosa di così unico". Da lì in poi, è tutta discesa.

Conosci già il meccanismo? L'hai già affrontato altre volte? Sai benissimo che sono tutte cagate e in realtà è andata bene com'è andata? Non conta. Sei costantemente a tanto così dall'affogare in un bicchiere d'acqua. "Che poi sotto sotto lo sai che anche tu non sei di gusti facili, oltre a non piacere a molti", sibila il demonio all'orecchio, "secondo me il tuo treno se n'è già andato..."

Ci vuole una forza di volontà di ferro.
Che proverbialmente non ho.
(Non) sono pronto anche per questo.

14.3.20

Devo scrivere #12

Queste lacrime sono diverse. Sono più calde, bruciano di più, e non ti fanno sentire meglio dopo.

Devo scrivere #11

è la morte del Bello. sto malissimo. non toglietemi la bellezza, è un delitto troppo grande...

Devo scrivere #10

Forse Bru ha ragione. Devo resistere alla tentazione di andare a guardare, controllare, confrontare. Credo che in effetti si stia meglio. Solo che questo è uno dei miei grossissimi difetti: mi è quasi impossibile non andare a torturarmi così in queste situazioni.

Facciamo che devo farcela. Sarà una prova di forza. Tanto, come al solito al peggio non c'è mai fine, e se anche dovessi trovare determinate tracce di chissà cosa, non potrei comunque immaginare l'ipotetico (ma in realtà certo) vaso di Pandora che c'è sotto. Quindi...

Visto che siamo in tema, QUARANTENA!

Devo scrivere #9

Guardo quella foto, e la tua faccia mi sembra quella di uno sconosciuto.
E' una sensazione strana, e un po' ingannevole. Non capisco se è perché non mi capacito di rivederti sulla piazza al mercato del pesce, e quindi il mio cervello va in tilt pensando che non puoi essere proprio tu quello lì, magari un sosia, oppure se è perché ho avuto una reazione di rifiuto talmente violenta che sei stato totalmente buttato fuori dalla mia cognizione.

O forse una combinazione delle due?

Non me ne capacito.

Intanto, vado a onde. Passo da stati d'animo mediamente neutri ad affondi terribili verso il basso.

Il fatto è che non è che "ti ho lasciato", l'ho dovuto fare. Ho soltanto allineato la situazione alla realtà. Eri già fuori, mi sono dovuto adeguare.
Succede questo ad avere a che fare con chi non riesce a tenere conto delle persone. In realtà ero già abituato così quando stavamo insieme: ogni mattina mi svegliavo chiedendomi se quel giorno ci saresti stato o no. Chissà se oggi c'è o non c'è? Quando sarà il prossimo momento che mi lascerà a piedi all'improvviso?
Però le dinamiche di coppia facevano sì che potessi sperare nelle fasi successive, quando tornavi. Almeno finché non te ne andavi di nuovo.

Adesso invece, è definitivo.

Quella maledetta, grossa parte del mio cervello però non riesce ad accettarlo.

Perché sono idiota.

13.3.20

Devo scrivere #8

Sostituzione 1:1 in atto.
Sono in corso di sostituzione con elemento di pari contenuti.

E per la seconda volta in vita mia!!!

Sono proprio una persona fortunata. Invece chessò, di vincere una cifretta alla lotteria, mi capita per ben due volte di testimoniare alla mia sostituzione con soggetti-sosia o roba simile. E chissà se non c'è due senza tre!

Devo essere proprio una persona bacata, non c'è altra spiegazione. Sai, sembrano dirmi, le premesse ci sono, è tutto il resto che non mi soddisfa.... BEEEEEP! Procedere alla sostituzione!

Mo non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però posso dire, dalla mia esperienza il mondo sembra essere di quelli che si interessano della pelle senza manco andare ad assaggiare la carne. E metti caso che una mattina ti svegli storto, c'è sempre, tranquillamente e senza remore la possibilità di fare...

...BEEEEEEP!!!

Devo scrivere #7

E certo, facciamo così. Prendiamo una cosa, impegniamoci per essa, lottiamo, diamogli importanza, investiamo tutto il possibile, spendiamoci anni, per poi pisciarci e cagarci sopra, farla a pezzi e buttarla via nel giro di un secondo.

Allora sei pazzo. Sei un cazzo di psicopatico. E recidivo. Non ho altre interpretazioni in mente, né posso averne. Separiamo del tutto il lato emotivo dalla questione, facciamo finta di essere robot. Anche in questo caso: ma non commetti un peccato enorme? Come fai a non sentirlo?

Avrebbe mai Leonardo bruciato la Gioconda poco prima di completarla?
Ma scendiamo giù senza scomodare tali grandezze: dopo aver anche solo cucinato un ottimo manicaretto, lo butteresti nel secchio prima di impiattarlo?

Mi resta un consistentissimo, diffuso senso di perdita e di assurdità che mi fa male al cuore e mi fa fischiare le orecchie. Un vuoto così vuoto che riesco ad ascoltare il movimento del sangue nelle vene.

E ciò che a malapena riesco a scacciare dalla mente è che in qualche modo di tutto questo ne sono stato complice.

Mi sento sporcato.

11.3.20


Io mi nascosi in te poi ti ho nascosto da tutto e tutti per non farmi più trovare, e adesso che torniamo ognuno al proprio posto... liberi finalmente, e non saper che fare. Non ti lasciai un motivo né una colpa, ti ho fatto male per non farlo alla tua vita. Tu eri in piedi contro il cielo e io così dolente mi levai: "Imputato, alzatevi!"
Chi ci sarà dopo di te, respirerà il tuo odore pensando che sia il mio? Io e te che facemmo invidia al mondo, avremmo vinto mai contro un miliardo di persone?
E una storia va a puttane, sapessi andarci io...
Ci separammo un po' come ci unimmo, senza far niente, e niente poi c'era da fare se non che farlo, e lentamente noi fuggimmo lontano dove non ci si può più pensare. Finimmo prima che lui ci finisse, perché quel nostro amore non avesse fine. Volevo averti e solo allora mi riuscì: quando mi accorsi che ero lì per perderti.
Chi mi vorrà dopo di te, si prenderà il tuo armadio e quel disordine che tu hai lasciato nei miei fogli andando via così, come la nostra prima scena?
Solo che andavamo via di schiena, incontro a chi?
Insegneremo quello che noi due imparammo insieme e non capire mai cos'è, se c'è stato per davvero quell'attimo di eterno che non c'è.
Mille giorni di te e di me...
Ti presento un vecchio amico mio: il ricordo di me.
Per sempre e per tutto quanto il tempo in questo addio io mi innamorerò di te.

10.3.20

Devo scrivere #6

Sembra che i neuroni vadano delusi uno ad uno. E' come tentare di ragionare con un esercito di mosche, niente da fare.

Mo quelli che si occupano del momento presente hanno capito la situazione, qualcuno si è già acquietato, altri stanno elaborando. Ma poi arrivano quelli dei termini successivi. Quelli delle abitudini. Quelli che contano da quanti giorni non senti più una persona. Quelli che pezzo per pezzo stanno scoprendo da quanti piccoli e infiniti dettagli della vita dovrai eliminare la sua presenza. Quelli del futuro. Quelli che si occupano di mantenere alta l'ossitocina e si chiedono come mai l'ormone in questione di botto scarseggi.

E subito si forma un assembramento di domande alla sede centrale del cervello. Pare la fila dei disperati durante la guerra che si accodano in massa per chiedere la razione di pane giornaliera, ma la risposta che riceveranno è che di pane non ce n'è più. E la coda si allunga, si allunga all'infinito.

Visto che ognuno di noi ha circa 100 miliardi di neuroni nel cervello, si prospetta un lavoro interminabile. Sarà banalmente tutto qui quello che viene chiamato elaborazione del lutto. Biologicamente qualcosa di così penosamente tedioso e banale.

9.3.20

Devo scrivere #5

Aiutatemi. Ho il cuore spezzato. Aiutatemi.

Devo scrivere #4

PRENDETEMI TUTTI PER IL CULO FINO ALLA MORTE: ME LO MERITO.

Fino a tre giorni fa mi scriveva di non riuscire a dormire dal dolore.
Ma in realtà stava già scopando in giro alla grande.
Smascherato e strigliato, mi risponde che:

"La notte si può non dormire anche con le palle vuote".

Ed è record. Immediatamente in pole position tra tutte le frasi più grottescamente di merda che mi siano mai state rivolte in vita mia. Champagne, sipario.

8.3.20

Devo scrivere #3

Salvo ulteriori eventi sconosciuti, stavolta è durato 5 giorni senza buttare il cazzo a destra e sinistra, non male, si migliora. Facendo un rapido calcolo, mantenendo il ritmo potrebbe arrivare al minimo sindacabile di 1 mese di convalescenza post-breakup tra circa 15 anni. Bello!

Ma tanto sono già abituato a questa modalità distruttiva no? Heh. Già. Ormai la conosco bene. Ripeto a me stesso, di nuovo: 1) lo sai 2) lo sapevi 3) te la sei cercata.

Alzo le spalle.

Puff.

7.3.20

Devo scrivere #2

Si segue il solito protocollo.
Inizi a cancellare cose per non vederle più. Ma siccome sei comunque abituato a vederle da un sacco di tempo, il fatto di non vederle più è esso stesso un reminder forte. Quindi, in sostanza non cambia un cazzo.

Nessuno sconto, come al solito. Certo, da una parte è normale, grandi investimenti non spariscono dall'oggi al domani senza lasciare tracce.

A meno che non ti capitino tragedie tra capo e collo ovviamente. Lì, invece, possono sparire universi interi in mezzo secondo lasciandoti come uno stronzo.

Ovviamente.

6.3.20

Si concretizza...

Ecco che inizia la botta forte...
Rieccomi a sputare sangue... è normale, se ti stacchi un pezzo da dentro certo che butti sangue. Ne butti un casino, finché non si formerà una nuova, obbrobriosa cicatrice.
La percezione di oggi è : "ma che senso c'ha".
Ovvero, che schifo di gioco è, che motivi si hanno per stare così, vivere queste situazioni, passare per momenti che ti fanno stare così male. E' come dire toh, stasera voglio proprio andare a sfracellarmi la mano sotto una pressa! Prendi, ci vai, spfraaaash, e poi di corsa all'ospedale. Ma quando mai? E' fuori dall'istinto di sopravvivenza fare cose del genere.

Eppure succede, e forse si sta così male proprio perché è un livello di assurdità al pari di buttarsi sotto una pressa.

Allora la mente si inganna di nuovo da sola, facendoti pensare a due cose impossibili e opposte:
1- nostalgia e voglia di rivivere la tua storia con la versione idealizzata, "depurata" da tutti i problemi della persona che ami/hai amato
2- tornare comunque indietro, nonostante sai benissimo che equivarrebbe a un ricovero in psichiatria se dovessero risuccedere certe cose, e risuccederanno.

E poi il carrozzone delle assurdità, nonostante tutto. Stavo partecipando a tutte le sue cose, ai suoi impegni, e ora sono disoccupato. Anche lui era in un momento di crisi e cercavo come potevo di dargli supporto. Inizia a mancarmi seriamente. Anche se ieri in più di un'ora di telefonata abbiamo di nuovo discusso. Pensavo, speravo comunque che mi volesse sentire per cercare di mettere a posto le cose, pensavo di ritrovarmelo qua all'improvviso secondo non so quale gesto straordinario di riconquista, NONOSTANTE TUTTO, e invece siamo finiti di nuovo a litigare, un po' per la sua solita reazione di negazione davanti a malefatte varie, un po' perché, impressione mia, è come se gli bruciasse che stavolta lo stia lasciando io, e ha cercato una specie di rivincita. Ho chiuso la telefonata con un senso di sbalordimento e morte che potrei paragonare al trovare un biglietto della lotteria milionario ma scaduto da due giorni. Parlo di assurdità perché l'altra metà del cervello teme o sa benissimo che in realtà si sta già "riorganizzando" per cazzi suoi senza troppe remore. E poi in realtà leggendo tra le righe e conoscendolo quella telefonata poteva essere davvero un atto di riconquista a modo suo, ma per l'appunto, i suoi modi mi hanno ricordato cosa significherebbe tornare a straziarsi con le sue spine. Stanotte non ho dormito peggio dei giorni scorsi, perso nell'orribile sensazione di ambiguità che mi ha lasciato addosso quella telefonata.

Pure stavolta la sopportazione è caduta prima che cadesse l'amore, altra amputazione psichica in atto. Ma ha senso??? Cioè... perché quando esplode la sopportazione pure l'amore non si interrompe in automatico? Che crudele, fatta male, merdosa trafila di burocrazia emotiva è questa?

Io lo odio, il cervello. Ho sempre odiato il mio cazzo di cervello.

La morte di un sogno, la morte delle speranze. Speranze belle, speranze di futuro... Mi sono illuso? Erano speranze impossibili? Pare di si... in molti me l'hanno detto, persino il mio terapeuta, e non ci vado più da un anno, quindi storia vecchia. Ma per me erano speranze.
Ed è vero che la speranza è l'ultima a morire, ma per l'appunto quando muore... sai che è veramente tutto finito, non c'è altro dopo.

Che schifo di vita.

4.3.20

Devo scrivere

Quasi 4 anni insieme, e cosa resta? Un cazzo di niente.
Come togliere un palo dalla sabbia. Un palo non ha mica messo le radici. Resta solo un abbozzo di buco. Un tristissimo, ineluttabilmente vuoto, labile, inutile, sterile, umiliante, disperatamente misero buco nella sabbia.

Eppure non si scapperà dalla solita procedura di distacco e di dolore. E i pensieri martellanti torneranno e la faranno da padrone, e la nostalgia, e i SE, e le idee da tirare giù a fucilate una ad una, e i progetti strappati e buttati via, e la dipendenza chimica dal suo odore, e quella degli occhi dalla sua figura, e quella delle mani dalla sua morbidezza, e ...

Nonostante tutto quello che è successo!!!

Quanto siamo progettati male. O almeno io in particolare. Nonostante tutto, ripeto.

Però pure gli eroinomani non riescono a staccarsi da quel sublime veleno. Sarà così per molti, forse.

La morte di un sogno, e l'ho dovuto uccidere io prima che potesse uccidere me.

Tutto questo è così profondamente TRISTE. E dissonante. E' ambiguo e confondente, sconcertante. Ma niente, sto di nuovo piangendo.

3.3.20

Sono morto avvelenato.
E una delle due mani che reggeva la coppa di veleno era la mia.

2.3.20

Come un cieco che tenta di risolvere un cubo di Rubik.
 
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