30.6.10

sgranando

Investigando ai bordi del mio essere, improvvisamente rilevare una traccia, scorgere un capello sul pavimento, un filo, un lunghissimo filo di provenienza incerta e direzione ignota.. E' palpabile, forse riesco a prenderlo. Lo prendo, e lo seguo.

Improvvisamente... un'emozione.

dai

che forse il miracolo di San Gennaro si compie...

22.6.10

quella volta

Succedeva ogni sera. Dopo aver cucinato il nostro pasto, il cibo che per noi cucinavo con cura e dedizione, sapendo che sarebbe stato apprezzato e sarebbe stato ancora più buono consumato in due. Una parte la tenevo per il pranzo del giorno dopo. Mangiavamo abbastanza in fretta, senza parlare, unica breve pausa dei discorsi della serata. Era rituale il fatto di mettersi all'angolo del tavolo, uno perpendicolare all'altro, e avvicinarsi con un colpo di sedia una volta che il piatto arrivava. Sorridente e fugace sguardo di intesa. Se eravamo solo noi due a mangiare mettevo la tovaglietta a quadretti, che bastava a coprire il nostro piccolo angolo di tavolo. Due piatti, le posate, due bicchieri di plastica (per evitare di lavarli..), acqua fredda, per lui cucchiaio in caso di spaghetti, o pane in caso di frittata. A un invisibile segnale consensuale si iniziava a mangiare. Ogni sera cucinavo qualcosa di diverso, con fantasia, con voglia di variare.
Al posare la forchetta nel piatto, puntualmente, raggiungevo il mio momento di soddisfazione quotidiana. Avevo passato la mia giornata a fare il mio dovere a lavoro, con cui riuscivo senza troppi sacrifici a tirare avanti la mia vita, nella nostra casa, con dentro il nostro mondo. Tornando a casa avevo trovato le sue braccia ad accogliermi, la sua attenzione e la sua curiosità ad esplorare qualunque singolo avvenimento che mi riguardava, e avevo sentito le stesse cose muoversi e volare verso di lui. Poi avevo cucinato per noi, sapendo che entrambi avremmo apprezzato, perché ero sicuro delle voglie e delle esigenze di ognuno. E dopo aver finito di mangiare, potevo stare sicuro che poi sarebbe cominciata la nostra serata. Ci saremmo coccolati, avremmo parlato, avremmo cazzeggiato, avremmo fatto l'amore, saremmo andati a fare una passeggiata, ben stretti per la mano.

E allora, ogni sera, appena dopo aver finito di mangiare... incontrollabile venivo smosso da un profondissimo sospiro di sollievo e benessere.

Caratteristica esclusiva, e irrimediabilmente persa, di quel periodo.

Quel periodo in cui nonstante tutto ero felice.

7.6.10

scanning the darkness

Momenti e momenti passati nell'introspezione, all'aggrapparsi a un lungo corrimano che si snoda giù per corridoi bui. Ma il senso in tutto questo, non lo sento. Ho mai dato un senso a tutto questo? Cosa c'è, oltre? Così tante saracinesche mi sbarrano la libera crescita e la libera vita tanto da non riuscire a capire a che punto arrivare?

1.6.10

Il treno sfugge

Sono restio a legare coi miei nuovi colleghi di lavoro. Ci credo. A parte che mi sento così poco interessante e desiderabile che manco riesce a partirmi lo stimolo. Ma poi, non riesco più a tendere le mie braccia verso qualcuno se me le sono sentite così tranciate da una simile situazione precedente. I rapporti tra colleghi devono rimanere tali, ecco la merdosa lezione che mi è capitata tra capo e collo. Non crederli altro. Non crederli di più.
Troppe lezioni ultimamente... certo, ogni cosa "fa crescere". Ma l'innocenza, la sprovvedutezza, la spontaneità, il fare le cose come vengono, senza porsi regole, limiti e paure? Che fine ha fatto tutto ciò?
 
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