31.7.13

sperimentare il divenire

è davvero una seconda adolescenza.

29.7.13

smettere di _________ , è dura.

qualsiasi cosa. poi ci si ricasca.

24.7.13

mi sono appena reso conto che questo blog è nato postumo. peccato non poter affondare le radici in quel periodo pre-"adulto", tutto questo sa quasi di disgrazia già successa, come gli effetti personali di un neodeceduto lasciati come ricordo in un angolo, senza più essere animati dalla mano che li possedeva, solo destinati a prendere polvere senza più dare notizia di sé.

sarebbe bello, ora, poter tornare a quella vita. ricominciare da capo, come tornare in libertà dopo un lunghissimo periodo di prigionia. dopo anni, tornare un po' zoppi e bruciacchiati a ripercorrere quelle rive. non sarebbe giusto farlo? come ancora in convalescenza, uscire di casa al terminare dell'estate ancora fiacchi e indeboliti, senza ancora potersi ributtare nel mondo per chissà quanto tempo, ma almeno starsene assorti a fissare il tramonto da un muretto.

14.7.13

avrei così tanto da dire

tutto ricorre. secondo schemi sempre uguali, tutto si ripete. e l'angoscia nel sentire che mai nulla cambierà.

come queste due ferite: aperte, squarciate con decisione, nella speranza che tutto cambi. iniziare a vedere le cose da quella prospettiva. fare progetti, cambiare il sentiero, chiudere gli occhi e sentire veramente spirare quel vento così tanto atteso e desiderato. e poi .... il momento che non arriva. l'espressione cambia, si fa corrugata, si fa infastidita, persa, delusa, impaurita. le palpebre ormai schiuse come a cercare di individuare fisicamente ciò che nell'invisibile ha già agito. e puntualmente realizzare ormai che finirà come al solito: nel nulla.

avevo preso un'altra strada: sembrava finalmente una svolta. ma lo spettacolo sembra già visto: si sta ricongiungendo tutto nella solita realtà.

oggi ho vissuto un grande, continuo déja-vu. una sensazione così invasiva da scuotermi.

come mi sento piccolo, appresso alla mia vita che cerco di pilotare con le mie piccole voglie e desideri. mentre sopra di me, forze ben più elevate sembrano smuovere montagne. cosa può essere una mia ambizione quando le cose dei grandi creano collisioni planetarie. cosa può essere un esprimere la mia vita quando sembra solamente considerato un capriccio.

come la mia impossibilità a combattere e vincere questa infezione: mi sento senza poteri davanti alla vita che mi aspetta, che a quanto pare gioca secondo regole esclusivamente proprie ed arbitrarie.

e quindi, io ho paura.

2.7.13

8 anni fa

credo fosse proprio di sabato mattina. ero tipo il secondo o terzo della mattinata. una fifa nera, mi stavo cagando addosso. non avevo studiato un minuto, avevo solo messo tutta la mia vita in quella tesi d'esame, ancora rispettabilissima vista oggi.

la paura fortissima, la certezza di non farcela. il tempo che scorre così lentamente e così troppo veloce. quello prima di me che si alza, saluta ed esce dall'aula... quel "tocca a me" che diventa palpabile, pesante e incommensurabile come una colonna di granito.

e poi .... il mio discorso, le domande a cui riesco a rispondere , i prof che mi tranquillizzano con lo sguardo, la vecchiaccia di italiano e storia sempre così odiata ma che furbescamente mi chiede Leopardi, l'unica cosa che sapevo, facendo finta di dimenticarsi di storia, esco ...

e all'improvviso tutto l'enorme spazio occupato dalla paura era vuoto.

era tutto vuoto.

una pagliuzza d'oro posata in fondo a dirmi che avevo fatto tutto bene.

ma era tutto vuoto.
ed era tutto finito.
ed uscito da quella porta era già iniziata una nuova fase della mia vita.
e quella vecchia, era ormai irrimediabilmente andata.

e mi è venuto da piangere, ma la prof di inglese stava cercando di consolarmi e non ho voluto darle un dispiacere dicendole cosa pensavo veramente. lei che proprio in quell'ultimo anno mi aveva dato così tanto, in termini umani prima di tutto.

credo sia stata la prima volta in cui ho sentito chiaramente lo schioccare dell'irreparabile punizione sulla mia schiena. mi ero fatto scappare 17 anni e mezzo di vita senza viverli a fondo, e ora il sigillo inviolabile del diploma era lì a ricordarmelo.

questo ha sovrastato tutto il resto. anche il 95/100.

e oggi, se ci penso, provo la stessa intatta tristezza.
 
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