14.7.13

avrei così tanto da dire

tutto ricorre. secondo schemi sempre uguali, tutto si ripete. e l'angoscia nel sentire che mai nulla cambierà.

come queste due ferite: aperte, squarciate con decisione, nella speranza che tutto cambi. iniziare a vedere le cose da quella prospettiva. fare progetti, cambiare il sentiero, chiudere gli occhi e sentire veramente spirare quel vento così tanto atteso e desiderato. e poi .... il momento che non arriva. l'espressione cambia, si fa corrugata, si fa infastidita, persa, delusa, impaurita. le palpebre ormai schiuse come a cercare di individuare fisicamente ciò che nell'invisibile ha già agito. e puntualmente realizzare ormai che finirà come al solito: nel nulla.

avevo preso un'altra strada: sembrava finalmente una svolta. ma lo spettacolo sembra già visto: si sta ricongiungendo tutto nella solita realtà.

oggi ho vissuto un grande, continuo déja-vu. una sensazione così invasiva da scuotermi.

come mi sento piccolo, appresso alla mia vita che cerco di pilotare con le mie piccole voglie e desideri. mentre sopra di me, forze ben più elevate sembrano smuovere montagne. cosa può essere una mia ambizione quando le cose dei grandi creano collisioni planetarie. cosa può essere un esprimere la mia vita quando sembra solamente considerato un capriccio.

come la mia impossibilità a combattere e vincere questa infezione: mi sento senza poteri davanti alla vita che mi aspetta, che a quanto pare gioca secondo regole esclusivamente proprie ed arbitrarie.

e quindi, io ho paura.

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