15.3.20

Devo scrivere #13

Piano piano, leggerissimamente e flebilmente riesco a percepire l'inizio di una delle parti peggiori: la nostalgia revisionista.

Si riconosce perché a un certo punto mentre stai facendo cose a caso durante la giornata, ti compare un pensiero in testa, tipo notifica popup. Ti ricordi di quel preciso dettaglio bello, qualcosa che rendeva unica quella persona o quella relazione. E tu sospiri e lo scacci. Dopo un po' plop, rieccolo, e lo scacci di nuovo. Ancora un poco, e ... doppio plop, di nuovo lui ma con a fianco un altro ricordo bello. Ed è così che inizia, e non fa che peggiorare. La curva degli eventi può durare mesi o anni, e la facilità nello scacciare i pensieri è inversamente proporzionale al numero di essi esistenti in contemporanea.

Però oltre al danno c'è la beffa. Questa è infatti una nostalgia revisionista. Dietro ogni bel ricordo potresti infilare almeno una cinquantina di momenti di merda assoluta, ma in questa modalità sembrano non pesare sul tuo giudizio.

Un vero e proprio bug.

Se ti lasci sopraffare, il primo girone infernale in cui cadi è quello del "non troverò mai più qualcosa di così unico". Da lì in poi, è tutta discesa.

Conosci già il meccanismo? L'hai già affrontato altre volte? Sai benissimo che sono tutte cagate e in realtà è andata bene com'è andata? Non conta. Sei costantemente a tanto così dall'affogare in un bicchiere d'acqua. "Che poi sotto sotto lo sai che anche tu non sei di gusti facili, oltre a non piacere a molti", sibila il demonio all'orecchio, "secondo me il tuo treno se n'è già andato..."

Ci vuole una forza di volontà di ferro.
Che proverbialmente non ho.
(Non) sono pronto anche per questo.

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