14.3.11

swords

Però anche, mi manca quel senso di vita e avventura, quel non sapere cosa farai un'ora dopo, quel lasciarti trascinare dagli eventi dopo solo avergli dato un leggero tocco iniziale. Curiosare con lo sguardo in stanze sconosciute illuminate soltanto da due righe di alba che filtrano da una persiana, godere di attimi, sorprendermi degli inaspettati arzigogoli che il semplice mescolarsi di più vite e situazioni riescono a far fiorire. Ma perché mi manca?
Mi manca perché vorrei tornarci? O mi manca perché come ormai sono destinato a fare, mi batto il petto e mi mangio i gomiti per non vivere queste cose ADESSO? Ovvero... adesso, che sono ancora giovane. Che davanti allo specchio mi dico "Ancora va bene." In realtà sono preso dalla paura più fottuta. Mi cago sotto tra sudori freddi e scosse elettriche fino nel più piccolo nervo. Non sono più, giovane. Ero giovane 4 anni fa, 6 anni fa. Giovane come lo intendo io, giovane come mi sentivo, ovvero pulito, capace di poter scrivere la mia storia partendo dalle prime pagine, ma anche concedendomi di scarabocchiare bigliettini segreti che avrei senza problemi nascosto tra le sue pieghe, rimanendone unico guardiano.
E ora... non mi rimane altro che invidiare chi invece ce l'ha fatta. Puro caso, niente volontà, vita vera, il destino spernacchiato e preso come un gioco, e solo tanta, tanta spensieratezza. La spensieratezza non è mancanza di serietà. La spensieratezza non è "mancanza". E' materia viva, occupa spazio, occupa l'anima.
E' il fottuto tempo che passa che, fendente dopo fendente, te la fa marcire, polverizzare e sparire.

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