15.3.11

mancamento

Saluto il caldo primaverile da solo, qui imbarazzato ed emozionato, come se fosse un ospite troppo grande da ricevere. Dentro di esso, sento le fughe speciali e clandestine di chi, senza tare o problemi riuscirà a far scoccare scintille di complicità. Ricomincia la vita per tutti, io come al solito sto qui impacciato con le gambe legate.
Vedo i turisti americani con le loro facce da idioti vagare per piazza Venezia, pure loro da qualche punto di vista li sento più miracolati di me, così talmente incapaci di capire un cazzo che certe cose neanche gli sfiorerebbero mai la mente. Poi vedo gruppi di ragazzi delle superiori in gita, e non posso fare altro che fissarli con gli occhi sbarrati e spenti mentre un turbine di pensieri mi trapassa la mente e il cervello mi va in fumo.

Questo, è vivere l'inquietudine. In ogni momento che passa. Non posso farci niente, è la mia condizione che mi porto dietro da così tanto. Chiudo qui questa trilogia di post, ma... È solo un mettere una pausa a un'espressione di me. Tutto il resto.. è dentro.

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