12.9.08

l'inquietudine

i palazzi di trastevere, che curvi su di me mi fissano attraverso le finestre buie e polverose

le persone che passano, deboli fantasmi che inconsistenti vanno e si dileguano ognuno nella propria storia, nelle proprie dinamiche, nel tempo che inesorabile scorre e gli crea intorno incroci intrecci allontanamenti

gli spigoli dei palazzi che stagliati nel cielo nero, silenziosi ed affilati mi sibilano contro come lame

ogni angolo buio che genera incognite forme istoriate di ansia

la luna che opaca malata e ingoiata dalle nuvole sembra soffocare cianotica in un sacco di plastica

qualsiasi rumore che gratta dal profondo le corde dell'animo più gravi e mi fa vibrare di delirio incontrollabile fisicamente e psichicamente

qualsiasi immagine codificata dai miei occhi che viene esasperata amplificata e iniettata brusca nel cervello

la voglia disperata di cadere a terra ed abbandonare l'uso dei sensi


un nucleo di rabbia così amara da travolgere ogni cosa

quando e come potrò disfarmene e liberare prima che trabocchi su me stesso ?

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