29.5.06

#200

Questa serata l'ho dedicata al vagabondaggio. Vagare a piedi, in lungo e in largo, per fabriANO. Forse è la prima volta che esco da solo, o forse è passato così tanto tempo dall'ultima volta che ormai non me ne ricordo più. Fatto sta che oggi ho litigato con Carlo, e stasera mi sento come se avessi staccato la spina in qualche parte dentro di me, ed è strano. Sono leggermente euforico, placido, ma nero nella notte più nera. Mi muovo sui marciapiedi come un'appendice della notte, quasi senza lasciar traccia di me, invisibile a chiunque. E anche la mente, è lasciata libera di vagare.
Il corso del pensiero si flette all'indietro. Mi ritrovo a pensare a quello che pensavo qualche anno fa, mi diverto a rivivere le immagini mentali ricorrenti su cui ero solito fantasticare. Quando ancora tentavo di indovinare cosa sarei stato nel futuro. Ed ecco che il motore inizia il suo giro...
sensazioni di attesa.. vociare remoto in fondo a un corridoio illuminato trasversalmente da un bruciante sole estivo, odore di ufficio. un sentore di team, di capacità, di vittoria. un'esaltazione che fonda il suo potere sulla staticità, anche solo per la semplice esistenza di essa, come puntare lo sguardo tra i vertici di due edifici che si stagliano nel cielo. sensazione di riecheggio dal passato, di sogno. take comfort in your friends, cantavano i r.e.m. , e forse ci si poteva anche sperare. ma senza mai esserne del tutto coinvolti. e lasciarsi scappare i ricami relazionali e le esperienze che avresti potuto vivere anche tu. e osservare, dal basso, spettatore solitario, nella vana speranza che qualcuno getti una corda dalla finestra. inutile. non la useresti neppure se ci fosse. stonato. eccentrico. invisibile tessitore di situazioni da ricordare, ma sempre destinate a fallire il loro scopo. ritiro dal gioco. chiusura delle ali su sé stesse. sensazione di distacco. immobilità. tutto sfuma.

mi ritrovo davanti casa. il cielo è stellato, ma in realtà non fa parte di me, non ne ha mai fatto parte. mi tendo verso di esso, ma non lo abbraccio. è fuori dalla mia portata. le stelle non sono mai state mie testimoni.
forse mi rifugerò di nuovo nel tramonto, appena possibile. i raggi morenti mi incontreranno, e io mi fonderò con loro, fino a diventare una cosa unica e scomparire nell'aria vibrante.

6 commenti:

djgusmy85 ha detto...

criiiiiptico :O

Leo ha detto...

quale parte della parola "vagare" non ti è chiara? :P

Anonimo ha detto...

"Mentre il silenzio avvolgeva ogni cosa e la notte era a metà del suo corso... " (sap. 18,14ss)



p.s.:
... Sal 112/113 (4-6)

;)

djgusmy85 ha detto...

"quale parte della parola "vagare" non ti è chiara? :P "

tuuuuutto :O

Anonimo ha detto...

si, criptico è la parola giusta....anonima

Anonimo ha detto...

Crocevia:

a) G. Leopardi, Alla Luna (l8l9)
O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l’anno, sovra questo colle
io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova

la ricordanza, e il noverar l’etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l’affanno duri!

Oder

Salmo 8
"...Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate,

che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato..."

 
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