9.4.10

Ennesimo

Mi ricordo che ero combattivo. Difendevo i miei spazi, le mie esigenze, e guai a toccarle, diventavo un porcospino kamikaze. Oppure, mi rattristavo. C'era un flusso di sentimenti, com'è normale che sia.
Mi sceglievo le situazioni, a seconda di come mi sentivo, o a seconda di quello che mi piaceva di più o di meno, o a seconda di quello che era più giusto o logico per me. Messo davanti a una scelta, seguivo il guizzo della mia volontà più o meno inconscia che mi portavo dentro, per puntare il dito su un obiettivo e cercare di raggiungerlo. Guardando di fronte a me, potevo vedere lontano. Progettare nuovi spazi e direzioni con occhio critico. Oppure permettermi di infilare qua e là una piega improvvisa, un elemento estraneo, un imprevisto, solo per vedere come andava.

Ma che cazzo mi è successo nel frattempo?

Mi viene in mente quando ero piccolo, quando andavo a cercare le lumache intorno ai cespugli sotto il palazzo di nonna... le scovavo, ci giocavo e sadicamente alla fine dopo averle torturate un po' gli rompevo il guscio. E vedevi quell'essere indifeso e viscido contorcersi inutilmente tra i frammenti del suo scudo ormai infranto, solo capace di ricoprirsi della sua bava piena di bolle, senza più speranze o riferimenti.

Ormai, rotto.

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