1.3.10

Perché ?

Ho notato una cosa, da un po' di tempo sono un po' troppo minimalista nei miei post. Magari ermetico lo posso essere, ma io odio il minimalismo quindi oggi sarò logorroico.
La mia vita è in stallo, ma in uno stallo sommerso di merda. Piove merda, si insinua nelle fessure, si infiltra in ogni anfratto, merda liquida, marcia e fetida. La mia autostima è polverizzata. Il mio lavoro è a puttane, causa e conseguenza della precedente affermazione. Sandro c'è ma mi tocca rincorrerlo, e non è sempre facile. O forse sono io a muovermi troppo lentamente da non accorgermi che non sta correndo. La mia terapia ha bisogno di essere rinforzata, conseguenza delle affermazioni precedenti. Ma non riesco a farlo, perché non ho i soldi per riportare a 2 (o a 3) le mie sedute settimanali, per la seconda affermazione che ho fatto.
E quindi? Sento che sta per crollarmi tutto il mio universo addosso, vedo il muro piegarsi verso di me e sento i primi calcinacci colpirmi in testa, ma io? Sto fermo. Immobile. Guardo inebetito la rovina assoluta che mi si para davanti, e non ho alcuna reazione. Niente più risuona in me, i contatti sono staccati, gli impeti emozionali sono solo un ricordo, le passioni sono spente, la comunicazione è interrotta, l'empatia è strappata in due, la concezione di me è dissolta, la direzione è persa. E non rimane che un enorme polpettone di cocci e vetri rotti. Una betoniera di pensieri ormai consunti e strappati, non più validi, fuori dal tempo e dalla realtà, frammenti di cuore, lacrime inespresse, rimorsi, anestetico autoinfuso. Per esempio, ho bisogno di risentire Alessio. E' come se una parte di me se ne fosse andata per sempre, insieme a lui. A prescindere da quello che c'è stato, lui rimane una persona importantissima per me, e soprattutto penso la persona con cui io mi sia trovato più in accordo, sintonia e armonia in tutta la mia vita. Lui si fa negare, io in parte lo capisco. Tanti lati di questa scelta capisco. E per l'ennesima volta mi sento di pensare le sue stesse cose.
E su tutto il resto: una colata di pece, come una petroliera schiantata in mezzo all'oceano. Il nulla piatto, il nulla costante, il nulla infinito. Come avere opinioni ed emozioni di fronte a una desolata allucinante distesa di nulla?
Chiedere aiuto? Non lo ricevo. Nel senso, non riuscirei a gestirlo. Rimango così, e come un paralizzato totale, guardo impotente quello che mi succede intorno, ma.. vedendo gli altri attivarsi, cambiare, vivere, non mi succede altro che produrre secchiate di acido che, andando in circolo, mi corrode piano piano dall'interno. Lasciandomi penoso involucro.

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